martedì 5 agosto 2014

Il nuoto nel Triathlon

Tra le discipline che compongono il triathlon, il nuoto non è solo fatica fisica e stress mentale, è anche un modo di uscire dalla routine sentendosi estraniati da tutto. Il motivo di questa sensazione va ricercato nel fatto che a differenza della corsa e della bici, il nuoto non si corre in un elemento familiare all'uomo, ma nell'acqua, ambiente ostile ai più. Se a tutto questo aggiungiamo che nel triathlon la frazione a nuoto, si svolge in acque libere, ecco che il nuotare assume un'accezione quasi ancestrale che ci porta a stretto contatto con l'elemento madre della vita:l'acqua. I triathleti che praticano regolarmente distanze molto lunghe come l'IRONMAN, sanno benissimo come ci si senta durante la frazione a nuoto, dove la ricerca del ritmo perfetto ci fonde con l'elemento acqua. Il nuoto in acque libere è completamente diverso da quello in vasca e le differenze tra i due sport sono sicuramente maggiori di quanto la distanza possa farci percepire: cambiano i fattori della prestazione e i fattori biomeccanici, i fattori fisico-atletici, i fattori tattici e quelli psicologici.

I fattori biomeccanici riguardano l'assetto e la posizione in acqua del corpo, vista la maggior densità dell'acqua, che comporta maggiore resistenza e quindi notevoli differenze nella tecnica. Sotto l'aspetto fisiologico si ha un diverso impegno delle vie metaboliche, dato il protrarsi dello gara si utilizzano non solo glucidi ma anche proteine e grassi. Si ha un diverso impegno muscolare, dato dai differenti fattori biomeccanici coinvolti, visto che si ha necessità di una maggiore potenza e sicuramente di una maggiore forza resistente. La fatica fisica non è solo una fatica muscolare ma anche una fatica che coinvolge le articolazioni e i tendini. Sono diverse le condizioni ambientali, dato che in acque libere c'è sicuramente una minore umidità, una minore temperatura dell'aria e dell'acqua, la possibilità di incontrare diverse temperature dovute alle correnti.



Fondamentale importanza, vista la durata della gara, sono i fattori tattici utilizzati dall'atleta durante la competizione e riguardano anzitutto l'andatura utilizzata durante la gara, che può essere in regressione, a strappi , in progressione, a ritmo costante. Non meno importanti sono le tecniche di nuotata utilizzate, che differiscono a seconda delle situazioni in cui ci si trova ad agire. In realtà comunque i fattori che risultano determinanti, soprattutto nelle gare lunghe, sono quelli psicologici. La resistenza alla fatica dipende in maniera determinante dalla maggiore o minore motivazione mostrata dall'atleta. Il carico mentale dipende non solo dallo stress fisico ma anche dalla monotonia del gesto. Per sopperire al forte stress che queste manifestazione sportive provacano si possono seguire 4 semplici pratiche: Abituarsi a indossare la muta, Superare l'ansia tramite una respirazione regolare, Nuotare dritto, Padroneggiare l'arte di avvistamento.

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