mercoledì 29 luglio 2015

La Caffeina e lo Sport


La caffeina è uno stimolante presente soprattutto nel caffé, ma anche in altre sostanze e bevande comunemente reperibili (tè, cioccolato, cola ecc.).Appartiene al gruppo delle metilxantine (come la teofillina e la teobromina) ed è farmacologicamente attiva con effetti simili, seppur più blandi, a quelli delle amfetamine. È pertanto in grado di aumentare la concentrazione e di ridurre la sensazione di affaticamento. In concomitanza con assunzione di FANS, ne amplifica l'effetto analgesico. Essendo veicolata sia in ambienti lipidici che nell'acqua, raggiunge il cervello per diffusione attraverso i tessuti.La sua azione eccitante è tanto più forte quanto meno si abusa di sostanze che la contengono nell'ambito della vita quotidiana. In altri termini con l'uso continuato subentra una sorta di assuefazione o refrattarietà che limita i benefici derivanti, ad esempio in ambito sportivo.Il rapporto fra caffeina e prestazione sportiva è stato più volte indagato. L’interesse verso la caffeina da parte di coloro che praticano attività sportive deriva soprattutto dal fatto che detta sostanza può migliorare le prestazioni su gare di resistenza.Secondo Terry Graham, docente di biologia presso l’università di Guelph (Ontario), per un effetto ottimale l’assunzione prevista è di 2 milligrammi ogni 0,5 kg di peso. La caffeina va assunta un’ora prima dell’evento agonistico. La caffeina riduce la percezione dello sforzo e aumenta la capacità del corpo di bruciare acidi grassi, conservando così i carboidrati immagazzinati nei muscoli delle gambe. Occorre subito puntualizzare che l’effetto della caffeina è molto ridotto se l’atleta segue una dieta particolarmente ricca di carboidrati o è un consumatore abituale di elevate quantità di caffè.Diversi studi hanno provato la capacità della caffeina di migliorare le prestazioni, mostrando anche incrementi dal 10 al 15% in quelle di resistenza. Graham consiglia una certa prudenza nell’interpretare questi dati, perché si tratta soprattutto di ricerche svolte in laboratorio, non nella vita reale o nelle competizioni agonistiche. La caffeina induce l’organismo a iniziare a consumare grasso per produrre energia prima del normale, consentendo al runner di risparmiare il glicogeno (carboidrati) contenuto nei muscoli. Tuttavia, secondo Graham, le ultime ricerche sembrano suggerire che la caffeina riduca la percezione dello sforzo durante la corsa. In altre parole, il runner corre meglio perché sente meno la fatica. Per ottenere risultati significativi nella corsa prolungata grazie alla caffeina (ossia incrementi nelle prestazioni di 1-3″/km) è necessario assumerne almeno 4 mg per kg di peso corporeo con abbondante acqua circa un’ora prima dell’evento. Questa quantità si traduce, in pratica, in 320 mg per un runner di 80 kg e in 240 mg per un runner di 60 kg (si tenga presente che consumando tre espressi all’italiana al giorno si ingeriscono mediamente attorno ai 300 mg di caffeina). Superare decisamente tale dose non è comunque positivo perché non si ha nessun beneficio.I risultati migliori, sempre secondo Graham, si ottengono con l’assunzione di pillole di caffeina. Infatti, le sue ricerche hanno mostrato che la caffeina assunta in pillole ha avuto effetti nettamente superiori a quella assunta con il caffè, forse a causa di altre sostanze contenute nella bevanda che ostacolano l’effetto della caffeina. L'assunzione di caffeina non è priva di rischi, soprattutto per coloro che normalmente evitano di assumerla con la dieta. In soggetti particolarmente sensibili alla sua azione, effetti collaterali anche importanti compaiono già a dosi moderate. I classici sintomi da eccessiva assunzione di caffeina comprendono: eccitazione smodata, emicrania, insonnia, tremori, irritabilità. La caffeina favorisce la perdita di liquidi (effetto diuretico) e deve pertanto essere assunta insieme a bevande, mantenendosi ben idratati durante tutta l'attività fisica.In caso di dosi superiori ai 500-1000 mg possono anche comparire alterazioni del ritmo cardiaco (tachicardia ed extrasistole ventricolare). La LD-50 della caffeina (quantità letale per il 50% della popolazione), corrisponde a 150 mg/kg di peso, ben trenta volte al di sopra dei valori consigliati.



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