venerdì 27 maggio 2016

Perchè facciamo sport?


Non è semplice rispondere ad una domanda del genere, dato che lo motivazioni sono molteplici e variabili da individuo ad individuo. L'attività sportiva si può praticare a tutte le età , ma la risposta fisica nelle varie età non è chiaramente la stessa . E chiaramente anche la tipologia di allenamento non può essere la stessa nelle varie età . Lo sport comunque crea a tutte le età benefici nel nostro organismo che ritroveremo fino in età avanzata oltre che lavo- rare su tanti aspetti psicologici di non minore importanza .
Partiamo con il dire che lo sport non dovrebbe mai mancare nella vita di ognuno di noi, dato che ci far star bene con noi stessi e di conseguenza con gli altri. Già da bambini, o meglio da piccolissimi, attraverso il gioco, pratichiamo una forma molto infantile e primordiale di sport, dove però possiamo distinguere alcuni tratti distintivi di alcune attività sportive che praticheremmo in altre età: divertimento, dispendio energetico e stanchezza. Con il progredire dell'età spesso e volentieri, molti pediatri consigliano ai giovani genitori di portare i propri figli a praticare qualsiasi tipo di sport, dato che in età prescolari basta muoversi e fare attività per stare bene. Fare sport da bambini allontano il rischio di svolgere pratiche malsane che con l'avanzare del tempo potrebbero portare problemi al bambino, come la sedentarietà e l'obesità. In una società come la nostra, volta al consumo, anche i bambini sono visti come una fonte di buisness: basti pensare alle innumerevoli pubblicità di merendine e dolcetti che abbondano in tv e non solo. Solo verso i 6-7 anni si potrà pensare di indirizzare il bambino, a secondo delle sue attitudini e delle sue preferenze, verso uno sport (il nuoto è uno dei migliori a questa età).
Fare sport è indispensabile anche durante l'adolescenza, dato che migliora l'autostima e previene disturbi legati ad ansia e depressione, favorendo i rapporti sociali oltre che una migliore mobilità e postura. L’adolescenza è il periodo del cambiamento,  della metamorfosi, il momento in cui ci si accorge di essere diversi e si sente il bisogno di essere diversi. In questa metamorfosi entra in gioco anche la paura, la paura di non piacere e di non piacersi. La buona riuscita nello sport dovrebbe diventare uno stimolo per valorizzare la capacità dell’adolescente, comprese quelle sociali.   Possiamo  concludere che negli adolescenti  il gioco-sportivo può influenzare  profondamente almeno tre sfere dello sviluppo:  la sfera dello sviluppo corporeo; la sfera dello sviluppo della personalità; la sfera delle relazioni sociali. La pratica sportiva giovanile  – con educatori/allenatori capaci di cogliere questa opportunità -  potrebbe essere un formidabile mezzo per sviluppare negli adolescenti una serie di caratteristiche positive: la capacità di affrontare e superare difficoltà; la consapevolezza delle proprie possibilità; l'autonomia; la motivazione; la capacità di collaborare con gli altri.
Il 30° anno coincide con l’inizio di una progressiva riduzione ed efficienza delle funzioni fisiologiche in genere: in linea generale il metabolismo basale  e l’efficienza cardiocircolatoria e respiratoria e altre importanti funzioni fisiologiche si abbassano di circa l’1% l’anno. Il progressivo abbassamento del metabolismo basale comporta un più facile accumulo di grasso sottocutaneo. Diminuisce la gittata cardiac) di circa l’1% l’anno. Il cuore tende a rispondere allo sforzo aumentando solo il numero di pulsazioni e non anche il volume. L’invecchiamento del collageno e dell’elastina tende ad indurire le arterie determinando un innalzamento della pressione arteriosa e, di conseguenza, un sovraccarico funzionale del cuore. I polmoni perdono elasticità e diminuiscono la loro capacità vitale. Diminuisce, di circa l’1% l’anno, anche il VO2 max. Le possibili alterazioni dei capillari polmonari portano ad un progressivo minor scambio tra ossigeno ed anidride carbonica. Questo fatto va a scapito dello scambio nutritivo ottimale a livello dei tessuti del corpo, specialmente del sistema nervoso nel quale vi è una perdita di neuroni e una diminuita produzione di neurotrasmettitori. Quindi riduzione della reattività e della coordinazione motoria. I muscoli cominciano a perdere il loro trofismo, aumenta il tessuto fibroso e diminuisce il numero di fibre muscolari.  Si deteriora il collagene, costituente fondamentale dei tendini muscolari e dei legamenti articolari. Tutto questo rende la muscolatura meno forte e meno elastica. Le cartilagini articolari si assottigliano. Le articolazioni possono calcificarsi ed erodersi mentre la perdita di massa ossea fa perdere elasticità allo scheletro. Possono quindi instaurarsi delle accentuazioni delle normali curve della colonna vertebrale. Un’attività fisica ben programmata in funzione dell’età e della condizione fisica può contenere “l’aggressione” del tempo sia sul fisico che sulla psiche.

Negli anziani l'attività sportiva può essere di aiuto nella prevenzione delle malattie dell'apparato muscolo - scheletrico. Un'attività fisica rallenta il processo di invecchia - mento dello scheletro. Indipendentemente dall'età risulta che una vita fisicamente attiva rispetto alla vita sedentaria si correla ad una maggiore massa ossea. Questo vantaggio permane dall'età dello sviluppo fino ed oltre gli 80 anni .


Nessun commento:

Posta un commento