venerdì 28 febbraio 2014

Principi di allenamento - parte 1

Allenarsi per il triathlon o per qualsiasi altro sport di endurance, è semplicemente un problema di adattamento a delle sollecitazioni d’allenamento che aumentano gradualmente. In molti casi, tuttavia, la velocità ottimale di adattamento, e i vari miglioramenti nelle prestazioni in gara che ne possano derivare, potrebbero venire inibiti o essere perduti se l’atleta utilizza metodi di allenamento scorretti. Un corretto metodo di allenamento, prevede che la forza, la velocità e l’endurance su varie distanze vengano considerate come delle componenti separate che, se combinate tra loro possono aiutare l’atleta a raggiungere i propri obiettivi. L’approccio più efficace per l’allenamento fisiologico comporta lo svilupparsi di ogni elemento. Un equilibrio corretto, riconoscendo che ogni elemento  limita ma anche facilita lo sviluppo del successivo, è essenziale per raggiungere un risultato positivo a qualsiasi velocità o a qualsiasi distanza. Il modello ha le seguenti componenti:
FORZA > POTENZA MASSIMA > POTENZA E VELOCITA ANAEROBICA > CAPAVCITA AEROBICA > POTENZA E VELOCITA SPECIFICHE PER LA GARA > POTENZA  E VELOCITA DI ENDURANCE
Ogni anello della catena di allenamento è essenziale per raggiungere il potenziale delle performance all’anello successivo. Ad ogni modo, ciò che consente all’atleta di raggiungere il massimo livello delle proprie abilità è l’applicazione efficace di tempo, sforzo ed impegno. Per realizzare questo compito, sarebbe importante riconoscere che il processo di allenamento è un procedimento di adattamento progressivo con il passare del tempo. L’esercizio di allenamento è un concetto semplice che può essere facilmente appreso attraverso l’osservazione del grafico sottostante, prodotto da Hans Selye. Quando uno stressor (ovvero uno stimolo  di diversa natura che porta l’organismo e la psiche allo stress) viene applicato all’organismo umano, il risultato è un allontanamento dallo stato di equilibrio e l’organismo viene temporaneamente  indebolito. Tutta via il corpo umano ha un’incredibile capacità fisiologica di riorganizzarsi in risposta agli stimoli stressanti. I triatleti, quindi, saranno in grado di nuotare, andare in bicicletta, e correre a piedi più velocemente e più a lungo, grazie all’applicazione dello stress di allenamento. Di contro, se all’organismo non viene fornito il tempo necessario per recuperare dagli stimoli stressanti, successivamente delle eventuali applicazioni dello stesso stress potranno essere la causa di un deterioramento che viene indicato con l’impossibilità di adattarsi. Negli essere umani, l’adattamento si verifica in gran parte attraverso la sintesi di nuove proteine. L’incapacità di adattarsi completamente viene evidenziata da prestazioni in calo, nonostante un aumento dello sforzo. Questo fenomeno si verifica se un livello inadeguato di stimoli di allenamento viene riapplicato da qualche parte tra i settori denomintai "dispendio e ristoro". Questo fenomeno viene anche indicato come sovrallenamento. Inoltre la performance tende a deteriorarsi quando lo stimolo stressante viene riapplicato troppo tardivamente o con una intensità insufficiente per mantenere l’attuale livello di adattamento.
Applicare periodicamente uno stimolo stressante di allenamento, che consenta all’adattamento di essere mantenuto nel tempo senza un’ulteriore miglioramento, viene indicato come il mantenimento dell’adattamento.  Sorprendentemente, degli adattamenti specifici spesso possono essere mantenuti con delle applicazioni meno frequenti dello stimolo stressante, rispetti a quelli che sono applicati inizialmente per produrre l’adattamento. In altre parole, una volta che l’atleta avrà raggiunto una determinata velocità su una determinata distanza, fino a quando lo stimolo verrà ancora replicato periodicamente, allora sarà in grado di mantenere quel livello di adattamento senza doversi allenare frequentemente , questo concetto è la base per il sistema di allenamento denominato periodizzazione, o applicazione ciclica di vari stimoli stressanti di allenamento. Quando uno degli elementi di allenamento è stato sviluppato, poi quello stesso elemento può essere mantenuto in un ciclo senza una frequenza di applicazione ridotta, mentre viene sviluppato un altro aspetto dell’allenamento.

Il processo di adattamento non continua all’infinito. Con l’applicazione di stimoli stressanti crescenti, la quantità del potenziale di miglioramento si riduce, alla fine raggiungendo un limite massimo stabilito geneticamente. Cioè, indipendentemente da quanto l’atleta cerchi ancora di aumentare uno stimolo stressante, esiste un limite stabilito geneticamente che determina quanto si possa diminuire il tempo in  gara, o quanto si possa aumentare la quantità di pesi da sollevare. Avvicinandosi a questo limite massimo, una quantità maggiore di stimoli stressanti si renderà necessaria per poter produrre degli adattamenti relativamente piccoli; questo viene chiamato principio dei rendimenti decrescenti.

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