mercoledì 16 ottobre 2013

La tecnica del nuoto

Gli stili notoriamente utilizzati nella pratica del  nuoto sono 4: il crawl, il dorso, la rana e il delfino. Gli atleti che praticano il triathlon sono soliti utilizzare lo stile crawl, meglio conosciuto in Italia come stile libero, per portare a termine la prima frazione a nuoto. Teoricamente nel regolamento della federazione internazionale triathlon non è specificato quale stile utilizzare per la frazione a nuoto, quindi un triatleta potrebbe nuotare anche praticando altri tipi di nuotata. È scontato dire che il crawl, per la sua impostazione e tecnica, risulta essere lo stile di nuotata più diffusa nel triathlon.

Galleggiabilità

Creando e mantenendo una posizione orizzontale ed equilibrata del corpo' l'atleta espone una minore superficie del proprio corpo all'acqua e, in aggiunta, riesce a ridurre l'energia della battuta di gambe necessaria a tenere le gambe verso l'alto. Molti allenatori ed insegnanti di nuoto ritengono questo, l'aspetto di maggior importanza e che vada assolutamente sviluppato per primo. Un equilibrio del corpo ottimale nel nuoto a stile libero crea una posizione più orizzontale possibile. Questo risultato può essere raggiunto da parte dell'atleta tenendo in equilibrio il proprio corpo attraverso il proprio punto centrale di rotazione o centro di galleggiabilità, rappresentato dai polmoni. Purtroppo il nostro corpo non è stato concepito per vivere nell’ambiente acquatico, per questo non siamo normalmente equilibrati nell’acqua, dato che abbiamo le leve delle gambe più lunghe e pesanti rispetto a quelle delle braccia, ecco spiegato il motivo per il quale tendiamo ad affondare naturalmente con le gambe. Nel nuoto a stile libero l'atleta è in grado di controbilanciare questa situazione con la posizione della propria testa ed anche con la propulsione delle bracciate. Mantenendo la propria testa all'ingiù e con il braccio sempre allungato in avanti, l'atleta tenderà ad equilibrare il sistema ed a rimanere più facilmente in posizione orizzontale. Alcuni allenatori ed atleti descrivono questa pratica come "creare pressione in avanti”. L'atleta può verificare facilmente il proprio equilibrio, prima di tutto tentando di galleggiare stando a pancia in giù con le braccia distese ai lati. Egli noterà che le proprie gambe tendono ad affondare a meno che non cominci a battere le gambe. Minore sarà lo sforzo per mantenere la posizione orizzontale in acqua, maggiore sarà la galleggiabilità.

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