I
giorni che precedono un evento sportivo di endurance sono giorni molto
importanti, soprattutto dal punto di vista alimentare, dato che l'organismo
dell'atleta dovrà essere nelle condizioni di maggior efficienza, nel momento
del massimo sforzo. Sulla base di questa considerazione, i preparatori,
dovranno porre molta attenzione alle fonti di energia assimilate dai loro
atleti, nei giorni a ridosso la
competizione; ricordando sempre che, il nostro organismo trae energia dal
glicogeno dei muscoli e del fegato, dalle riserve di grasso e dai carboidrati
esogeni.
Il
glicogeno rivolge nell'economia e nell'efficacia dello sforzo sportivo,
un'importanza a dir poco rilevante. Si è notato, infatti, che in prove di
endurance superiori ai 90', si ha un decadimento prestativo al calare delle riserve
di glicogeno nei muscoli. Ecco quindi spiegata la notevole importanza del
glicogeno nella dieta di un atleta di resistenza. Per farla molto semplice, il
glicogeno è un composto formato da molte molecole di glucosio, che vengono
prelevate una ad una dai muscoli per utilizzarlo a livello mitocondriale. Per evitare
cali prestazionali, occorre che i livelli di glicogeno non si abbassino prima
della fina della competizione e per farlo occorre partire con il serbatoio di
glicogeno al massimo. Per alzare i livelli di glicogeno un atleta può
intervenire su tre fattori: livello della preparazione (il livello di glicogeno
e livello di preparazione sono direttamente proporzionali), riducendo gli
allenamenti superiori ai 90' nella settimana che precede la gara e infine con
l'alimentazione.
Il
rischio di iniziare una competizione di resistenza, con basse scorte di
glicogeno, è quello di incappare in una vera e propria crisi durante lo svolgimento
della gara. Con le scorte di glicogeno al minimo scatta immediatamente la
crisi, con i muscoli che a questo punto non riescono nemmeno più a trarre
energia dai grassi, dato che la lipolisi è attivato dagli zuccheri.