Tra
le discipline che compongono il triathlon, il nuoto non è solo
fatica fisica e stress mentale, è anche un modo di uscire dalla
routine sentendosi estraniati da tutto. Il motivo di questa
sensazione va ricercato nel fatto che a differenza della corsa e
della bici, il nuoto non si corre in un elemento familiare all'uomo,
ma nell'acqua, ambiente ostile ai più. Se a tutto questo aggiungiamo
che nel triathlon la frazione a nuoto, si svolge in acque libere,
ecco che il nuotare assume un'accezione quasi ancestrale che ci porta
a stretto contatto con l'elemento madre della vita:l'acqua. I
triathleti che praticano regolarmente distanze molto lunghe come
l'IRONMAN, sanno benissimo come ci si senta durante la frazione a
nuoto, dove la ricerca del ritmo perfetto ci fonde con l'elemento
acqua. Il nuoto in acque
libere è completamente diverso da quello in vasca e le differenze
tra i due sport sono sicuramente maggiori di quanto la distanza possa
farci percepire: cambiano i fattori della prestazione e i fattori
biomeccanici, i fattori fisico-atletici, i fattori tattici e quelli
psicologici.
I
fattori biomeccanici riguardano l'assetto e la posizione in acqua del
corpo, vista la maggior densità dell'acqua, che comporta maggiore
resistenza e quindi notevoli differenze nella tecnica. Sotto
l'aspetto fisiologico si ha un diverso impegno delle vie metaboliche,
dato il protrarsi dello gara si utilizzano non solo glucidi ma anche
proteine e grassi. Si ha un diverso impegno muscolare, dato dai
differenti fattori biomeccanici coinvolti, visto che si ha necessità
di una maggiore potenza e sicuramente di una maggiore forza
resistente. La fatica fisica non è solo una fatica muscolare ma
anche una fatica che coinvolge le articolazioni e i tendini. Sono
diverse le condizioni ambientali, dato che in acque libere c'è
sicuramente una minore umidità, una minore temperatura dell'aria e
dell'acqua, la possibilità di incontrare diverse temperature dovute
alle correnti.
Fondamentale
importanza, vista la durata della gara, sono i fattori tattici
utilizzati dall'atleta durante la competizione e riguardano anzitutto
l'andatura utilizzata durante la gara, che può essere in
regressione, a strappi , in progressione, a ritmo costante. Non meno
importanti sono le tecniche di nuotata utilizzate, che differiscono a
seconda delle situazioni in cui ci si trova ad agire. In realtà
comunque i fattori che risultano determinanti, soprattutto nelle gare
lunghe, sono quelli psicologici. La resistenza alla fatica dipende in
maniera determinante dalla maggiore o minore motivazione mostrata
dall'atleta. Il carico mentale dipende non solo dallo stress fisico
ma anche dalla monotonia del gesto. Per sopperire al forte stress che
queste manifestazione sportive provacano si possono seguire 4
semplici pratiche: Abituarsi a indossare la muta, Superare
l'ansia tramite una respirazione regolare, Nuotare dritto,
Padroneggiare l'arte di avvistamento.
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