Allenarsi per il triathlon o per
qualsiasi altro sport di endurance, è semplicemente un problema di adattamento a delle sollecitazioni
d’allenamento che aumentano gradualmente. In molti casi, tuttavia, la velocità
ottimale di adattamento, e i vari miglioramenti nelle prestazioni in gara che
ne possano derivare, potrebbero venire inibiti o essere perduti se l’atleta
utilizza metodi di allenamento scorretti. Un corretto metodo di allenamento,
prevede che la forza, la velocità e l’endurance su varie distanze vengano
considerate come delle componenti separate che, se combinate tra loro possono
aiutare l’atleta a raggiungere i propri obiettivi. L’approccio più efficace per
l’allenamento fisiologico comporta lo svilupparsi di ogni elemento. Un
equilibrio corretto, riconoscendo che ogni elemento limita ma anche facilita lo sviluppo del
successivo, è essenziale per raggiungere un risultato positivo a qualsiasi
velocità o a qualsiasi distanza. Il modello ha le seguenti componenti:
FORZA > POTENZA MASSIMA > POTENZA E VELOCITA ANAEROBICA >
CAPAVCITA AEROBICA > POTENZA E VELOCITA SPECIFICHE PER LA GARA >
POTENZA E VELOCITA DI ENDURANCE
Ogni anello della catena di
allenamento è essenziale per raggiungere il potenziale delle performance
all’anello successivo. Ad ogni modo, ciò che consente all’atleta di raggiungere
il massimo livello delle proprie abilità è l’applicazione efficace di tempo,
sforzo ed impegno. Per realizzare questo compito, sarebbe importante
riconoscere che il processo di allenamento è un procedimento di adattamento
progressivo con il passare del tempo. L’esercizio di allenamento è un concetto
semplice che può essere facilmente appreso attraverso l’osservazione del
grafico sottostante, prodotto da Hans
Selye. Quando uno stressor (ovvero
uno stimolo di diversa natura che porta
l’organismo e la psiche allo stress) viene applicato all’organismo umano, il
risultato è un allontanamento dallo stato di equilibrio e l’organismo viene
temporaneamente indebolito. Tutta via il
corpo umano ha un’incredibile capacità fisiologica di riorganizzarsi in
risposta agli stimoli stressanti. I triatleti, quindi, saranno in grado di
nuotare, andare in bicicletta, e correre a piedi più velocemente e più a lungo,
grazie all’applicazione dello stress di allenamento. Di contro, se
all’organismo non viene fornito il tempo necessario per recuperare dagli
stimoli stressanti, successivamente delle eventuali applicazioni dello stesso
stress potranno essere la causa di un deterioramento che viene indicato con
l’impossibilità di adattarsi. Negli essere umani, l’adattamento si verifica in
gran parte attraverso la sintesi di nuove proteine. L’incapacità di adattarsi
completamente viene evidenziata da prestazioni in calo, nonostante un aumento
dello sforzo. Questo fenomeno si verifica se un livello inadeguato di stimoli
di allenamento viene riapplicato da qualche parte tra i settori denomintai "dispendio e ristoro". Questo
fenomeno viene anche indicato come sovrallenamento.
Inoltre la performance tende a deteriorarsi quando lo stimolo stressante viene
riapplicato troppo tardivamente o con una intensità insufficiente per mantenere
l’attuale livello di adattamento.
Applicare periodicamente uno
stimolo stressante di allenamento, che consenta all’adattamento di essere
mantenuto nel tempo senza un’ulteriore miglioramento, viene indicato come il mantenimento dell’adattamento. Sorprendentemente, degli adattamenti specifici
spesso possono essere mantenuti con delle applicazioni meno frequenti dello
stimolo stressante, rispetti a quelli che sono applicati inizialmente per produrre
l’adattamento. In altre parole, una volta che l’atleta avrà raggiunto una
determinata velocità su una determinata distanza, fino a quando lo stimolo
verrà ancora replicato periodicamente, allora sarà in grado di mantenere quel
livello di adattamento senza doversi allenare frequentemente , questo concetto
è la base per il sistema di allenamento denominato periodizzazione, o
applicazione ciclica di vari stimoli stressanti di allenamento. Quando uno
degli elementi di allenamento è stato sviluppato, poi quello stesso elemento può
essere mantenuto in un ciclo senza una frequenza di applicazione ridotta,
mentre viene sviluppato un altro aspetto dell’allenamento.
Il processo di adattamento non
continua all’infinito. Con l’applicazione di stimoli stressanti crescenti, la
quantità del potenziale di miglioramento si riduce, alla fine raggiungendo un
limite massimo stabilito geneticamente. Cioè, indipendentemente da quanto l’atleta
cerchi ancora di aumentare uno stimolo stressante, esiste un limite stabilito
geneticamente che determina quanto si possa diminuire il tempo in gara, o quanto si possa aumentare la quantità
di pesi da sollevare. Avvicinandosi a questo limite massimo, una quantità maggiore
di stimoli stressanti si renderà necessaria per poter produrre degli
adattamenti relativamente piccoli; questo viene chiamato principio dei rendimenti decrescenti.
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