La regola, fondamentalmente, è una sola: correre piano, il più a lungo possibile,
lavorando sulla quantità dell’allenamento anziché sulla qualità. Dare il tempo al nostro corpo di riposare e poi
ricominciare aggiungendo un po’ di distanza in più. Il nostro fisico ha bisogno
di adattarsi allo sforzo, sia sul piano muscolare che cardiaco. Questo avviene
soltanto con l’allenamento continuo, in costante progressione di distanza.
Soprattutto se sei un principiante, in attesa di affrontare la distanza
acquisisci un’autonomia di 15 chilometri. Ogni settimana incrementiamo la distanza del lungo del 10%. Corri
almeno 3 volte alla
settimana, 4 sarebbe meglio.
Rispetta i giorni di riposo.
Come indicatore del ritmo da tenere
durante i vari allenamenti t’invito a utilizzare la respirazione. Durante il
medio (dai 6 ai 12 chilometri, secondo il tuo livello e il momento della
preparazione) la respirazione dovrà essere leggermente impegnata, ovvero dovrai
essere in grado di parlare ma con una certa difficoltà. Durante il
progressivo (dai 9 ai 12 chilometri) dovrai passare dalla respirazione facile a quella leggermente impegnata , fino a quella
impegnata. Infine, nel lento (dai 12 ai 18 chilometri) il ritmo sarà con una respirazione
facile, tale da consentirti di parlare con facilità.La distanza
superiore ti darà la forza, anche mentale, per arrivare al traguardo. Se sei un
runner più navigato, la “tenuta”, ovvero la capacità di tenere elevato il ritmo
per tutti i 10 chilometri, te la daranno gli allenamenti per lo sviluppo di
quella che io chiamo “resistenza specifica”, quindi il medio, il progressivo e
il lento. Oltre alla resistenza specifica dovrai sviluppare anche la
“resistenza generale” con gli allenamenti di cross training, quindi andando in
bici, nuotando, pattinando, camminando. Non pensare di poter fare a meno di
sviluppare la resistenza specifica e quella generale: senza queste due qualità
faresti poca strada
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