Il medio è un allenamento adatto all’atleta evoluto: il medio
allena una caratteristica importantissima per ogni corridore delle lunghe
distanze: la pazienza. Nessun lavoro come questo insegna a “stare lì”, a tenere
il ritmo, a non mollare. Si tratta di un lavoro dalle grandi potenzialità,
infatti chi correre bene il medio ha un solo destino: andare forte. Il medio
viene considerato un allenamento sia di collegamento (perché fonde i lavori per
la resistenza aerobica e della velocità aerobica massima, con quelli per la
potenza aerobica che di base) e di base (perché se
un atleta non riesce a correre ai ritmi del medio, difficilmente riuscirà a
correre bene e a un’intensità adeguata i lavori più veloci). Il medio va
interpretato a un’andatura più lenta di quella del corto
veloce e più
rapida di quella del lento. Facendo
riferimento alla concentrazione di lattato nel sangue, la velocità ottimale per
il fondo medio è quella che determina un livello di circa 3 millimoli/litro di
lattato. Se prendiamo invece come riferimento la velocità di “deflessione”
determinata con il test di Conconi, la velocità del medio dev’essere di circa
10 secondi più lenta. Infine, basandoci esclusivamente sull’impegno
respiratorio, possiamo dire che la respirazione durante il medio dev’essere
leggermente impegnata. In altre parole se si corre al ritmo giusto non si può
avere abbastanza fiato da conversare come se nulla fosse, ma neppure il fiato
corto di quando si affrontano gli ultimi metri di una salita. Vediamo adesso
come interpretare il mesio
Il
medio uniforme: consiste nel correre alla stessa velocità per un numero di
chilometri che varia in relazione alla distanza di gara. Chi corre i 10
chilometri potrà arrivare ai 12 di medio, gli amanti delle mezze maratone ai 20
chilometri e i maratoneti fino ai 30 chilometri. Il medio progressivo: gioca su tre diverse velocità, che variano a
seconda del tipo di gara. I chilometraggi totali sono gli stessi del medio uniforme,
mentre la velocità va calibrata in base alla distanza da preparare: Per chi corre i 10 km imposterà
un medio progressivo di 12 km nel seguente modo: 4 km alla velocità
corrispondente a una concentrazione di lattato nel sangue di 3 mmol/litro + 4
km a quella corrispondente a 4 mmol/litro + 4 km a quella corrispondente a 5
mmol/litro. Un atleta della
mezza maratona suddividerà
i suoi 18 km di medio progressivo così: 3 km alla velocità corrispondente a una
concentrazione di lattato nel sangue di 2 mmol/litro + 9 km a quella
corrispondente a 3 mmol/litro + 6 km a quella corrispondente a 4 mmol/litro. Un
maratoneta correrà così i sui 30 km di medio progressivo: 10 km alla
velocità corrispondente a una concentrazione di lattato nel sangue di 2
mmol/litro + 15 km a quella corrispondente a 3 mmol/litro + 5 km a quella
corrispondente a 4 mmol/litro. Il
medio variato:
È il classico allenamento utile allo sviluppo della resistenza alla potenza aerobica. Rispetto al medio uniforme, cambiano sia i chilometraggi sia le velocità: Uno specialista dei 10 km potrà correre 4-5 volte delle variazioni di 1 km alla velocità corrispondente a una concentrazione di lattato nel sangue di 5-6 mmol/litro, recuperando tra una e l’altra 1 km alla velocità corrispondente a 3-4 mmol/litro. Un atleta della mezza maratona effettuerà invece 8 variazioni di 1 km alla velocità corrispondente a una concentrazione di lattato nel sangue di 4-5 mmol/litro, recuperando tra una e l’altra 1 km alla velocità corrispondente a 3 mmol/litro. Un maratoneta potrà programmare un totale di 24 km, alternando variazioni di 2 km alla velocità corrispondente a una concentrazione di lattato nel sangue di 2 mmol/litro a tratti di recupero di 1 km alla velocità corrispondente a 4 mmol/litro.
È il classico allenamento utile allo sviluppo della resistenza alla potenza aerobica. Rispetto al medio uniforme, cambiano sia i chilometraggi sia le velocità: Uno specialista dei 10 km potrà correre 4-5 volte delle variazioni di 1 km alla velocità corrispondente a una concentrazione di lattato nel sangue di 5-6 mmol/litro, recuperando tra una e l’altra 1 km alla velocità corrispondente a 3-4 mmol/litro. Un atleta della mezza maratona effettuerà invece 8 variazioni di 1 km alla velocità corrispondente a una concentrazione di lattato nel sangue di 4-5 mmol/litro, recuperando tra una e l’altra 1 km alla velocità corrispondente a 3 mmol/litro. Un maratoneta potrà programmare un totale di 24 km, alternando variazioni di 2 km alla velocità corrispondente a una concentrazione di lattato nel sangue di 2 mmol/litro a tratti di recupero di 1 km alla velocità corrispondente a 4 mmol/litro.
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