Dopo aver dichiarato guerra all'Ucraina occupandone
abusivamente alcuni suoi territori, dopo che dei mercenari russi hanno
abbattuto un volo di linea, dopo aver corteggiato Atene per destabilizzare
l'asse occidentale e dopo aver effettuato bombardamenti anti Assad in Siria,
spunta una nuova "grana" per la Russia, questa volta si tratta di
doping di stato! Che popolo di mattacchioni questi russi! Ha meno di unasettimana la Russia per chiarire, dopo l'ultima bufera che si e' abbattuta sul
mondo sportivo e che rischia di escludere parte degli atleti di Putin dai
giochi olimpici di Rio de Janeiro. Cosi'
l'International Association of Athletics Federations (IAAF) ha accolto le
raccomandazioni della Commissione indipendente dell'Agenzia mondiale antidoping
(WADA) e ha richiesto una risposta della Federazione di atletica leggera russa
(VFLA) in connessione con le accuse di massiccia violazione delle regole
antidoping. Se la prima reazione russa, dopo l'inchiesta della tv
tedesca Ard sul mondo del doping - che ha originato il tutto - era stata
piccata e stizzosa, ora Mosca sembra piu' disposta al dialogo. Ma l'accusa
getta un'ombra molto imbarazzante sulla competitivita' di un Paese che sullo
sport, negli ultimi cinque anni ha puntato moltissimo, ospitando i Giochi
olimpici invernali di Sochi nel 2014 e che si prepara ad accogliere i Mondiali
di Calcio nel 2018. Nel rapporto la commissione chiama in causa anche il
governo russo, accusandolo di complicità in tutti i casi di doping diffuso,
arrivando ad affermare il coinvolgimento dei servizi segreti di Mosca (FSB),
accusati di aver controllato il laboratorio antidoping moscovita anche durante
le Olimpiadi invernali di Sochi 2014. La prima ovvia conseguenza, in
caso di accoglimento, sarebbe l'esclusione degli atleti russi da Rio 2016. Una
bufera ulteriore sull'atletica leggera, visto che l'Interpol sta guidando una
operazione internazionale sulla corruzione che coinvolge dirigenti e atleti.
Una indagine partita dalla Francia che accusa l'ex presidente della Iaaf,
Lamine Diack, di aver incassato somme di denaro dalla federazione russa in
cambio del silenzio su più casi di positività al doping. Tra le altre
raccomandazioni nel report c'è la richiesta di squalificare a vita cinque
atleti, quattro tecnici e un dirigente. Tra loro ci sono l'oro e il bronzo
degli 800 femminili al Giochi di Londra: Marya Savinova e
Ekaterina Poistogova. Ricordiamo che giovedì scorso la federazione russa aveva
inflitto cinque squalifiche per uso di doping. Maria Konovalova, due volte
terza alla maratona di Chicago, è stata sospesa fino all'ottobre 2017 e si è
vista cancellare tutti i risultati ottenuti dall'agosto 2009 in poi. Rimarrà
ferma fino all'ottobre 2019, invece, la 29enne Mariya Bespalova. Quattro anni
di sospensione anche ai velocisti Vlas Bredikhin e Yaroslav Kholopov mentre
viene squalificato per sei mesi il marciatore Yevgeny Nushtayev. A gennaio
l'agenzia russa antidoping aveva squalificato Tatyana Chernova, iridata nel
2011 dell'eptathlon champion, e la campionessa olimpica dei 3000 siepi a
Londra, Yuliya Zaripova. Sempre a inizio anno furono sospesi
cinque marciatori, fra cui tre campioni olimpici, tanto che ai recenti mondiali
di Pechino la squadra russa, storicamente dominatrice della marcia, si è
presentata con un solo atleta. Tutto questo non è sufficiente per
emarginare sportivamente la Russia?
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