La maggior parte delle ricerche che hanno studiato
l’influenza dell’allenamento della forza sulla prestazione degli sport di
endurance, ha dimostrato l’effetto positivo di questo allenamento sul livello
di prestazione degli atleti di questi sport, alla cui base vi sono alcuni
fattori che possono essere brevemente indicati nel miglioramento di aspetti
neuromuscolari fondamentali per l’economia del movimento di corsa e nel fatto
che il lavoro di un programma di allenamento della forza, specialmente quello
della forza massima, sposta la soglia di comparsa della fatica muscolare,
aumentando così le probabilità dell’atleta di mantenere il suo rendimento fino
al termine della gara.
Se si lavora in forma esplosiva o con carichi molto
pesanti e poche serie con poche ripetizioni (allenamento della forza massima)
si può guadagnare forza senza aumentare di volume in quanto gli adattamenti
sono soprattutto nervosi. Sembra che l’allenamento della forza che si pone come
obiettivo il miglioramento del livello di prestazione di endurance debba essere
pianificato nei due-tre mesi che precedono la scadenza della gara. Ora, in un
allenamento di questa durata, gli adattamenti fisiologici indotti
dall’allenamento sono soprattutto nervosi, qualunque sia il metodo di lavoro
adottato. L’aumento della massa muscolare di un atleta, in effetti, si
pianifica su periodi di allenamento di maggiore durata. Questo perché un lavoro di muscolazione svolto in
sala pesi, per quanto specifico, “appesantisce” momentaneamente, la gestualità
di corsa. Bisogna quindi
dare all’organismo e alla muscolatura il tempo di “trasformare” tale lavoro in
un incremento delle qualità sopradescritte (resistenza specifica, tecnica di
corsa più economica, prevenzione degli infortuni, …). Inoltre il sollevare dei carichi è un qualcosa di
molto distante dal modello di prestazione (il correre per molte ore) e, per
questa ragione, non va utilizzato troppo a ridosso di quello che deve essere il
picco di performance. E’ in ogni
caso consigliabile eseguire a scadenza di 20 giorni dei leggeri richiami di
forza per non far scadere troppo questa qualità fisica comunque indispensabile
per chi copre distanze particolarmente lunghe.
La forza espressa durante l’azione di corsa
(soprattutto se è una corsa di lunga durata) è molto diversa da quella che deve
utilizzare un lanciatore, un saltatore o un sollevatore di pesi. Tralasciando la descrizione delle varie tipologie di
forza ci concentreremo solo su quella che caratterizza la corsa di un
maratoneta o ultramaratoneta, ovvero la forza resistente. Per forza resistente
intendiamo una quantità di forza molto inferiore a quella massimale da
esprimere per un tempo molto prolungato. In effetti,
quando si corre la forza che viene espressa per muovere un passo dopo l’altro
non è molto elevata, in quanto non vi sono forti resistenze da vincere e la
velocità di spostamento non è massimale. Nella Corsa di durata si ripete il gesto della corsa (e vincere le
relative resistenze) per centinaia di migliaia di volte; per questo motivo è opportuno allenare anche lo sviluppo della forza
resistente.
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