martedì 10 novembre 2015

Doping di stato, scandalo in Russia

Dopo aver dichiarato guerra all'Ucraina occupandone abusivamente alcuni suoi territori, dopo che dei mercenari russi hanno abbattuto un volo di linea, dopo aver corteggiato Atene per destabilizzare l'asse occidentale e dopo aver effettuato bombardamenti anti Assad in Siria, spunta una nuova "grana" per la Russia, questa volta si tratta di doping di stato! Che popolo di mattacchioni questi russi! Ha meno di unasettimana la Russia per chiarire, dopo l'ultima bufera che si e' abbattuta sul mondo sportivo e che rischia di escludere parte degli atleti di Putin dai giochi olimpici di Rio de Janeiro. Cosi' l'International Association of Athletics Federations (IAAF) ha accolto le raccomandazioni della Commissione indipendente dell'Agenzia mondiale antidoping (WADA) e ha richiesto una risposta della Federazione di atletica leggera russa (VFLA) in connessione con le accuse di massiccia violazione delle regole antidoping. Se la prima reazione russa, dopo l'inchiesta della tv tedesca Ard sul mondo del doping - che ha originato il tutto - era stata piccata e stizzosa, ora Mosca sembra piu' disposta al dialogo. Ma l'accusa getta un'ombra molto imbarazzante sulla competitivita' di un Paese che sullo sport, negli ultimi cinque anni ha puntato moltissimo, ospitando i Giochi olimpici invernali di Sochi nel 2014 e che si prepara ad accogliere i Mondiali di Calcio nel 2018. Nel rapporto la commissione chiama in causa anche il governo russo, accusandolo di complicità in tutti i casi di doping diffuso, arrivando ad affermare il coinvolgimento dei servizi segreti di Mosca (FSB), accusati di aver controllato il laboratorio antidoping moscovita anche durante le Olimpiadi invernali di Sochi 2014. La prima ovvia conseguenza, in caso di accoglimento, sarebbe l'esclusione degli atleti russi da Rio 2016. Una bufera ulteriore sull'atletica leggera, visto che l'Interpol sta guidando una operazione internazionale sulla corruzione che coinvolge dirigenti e atleti. Una indagine partita dalla Francia che accusa l'ex presidente della Iaaf, Lamine Diack, di aver incassato somme di denaro dalla federazione russa in cambio del silenzio su più casi di positività al doping. Tra le altre raccomandazioni nel report c'è la richiesta di squalificare a vita cinque atleti, quattro tecnici e un dirigente. Tra loro ci sono l'oro e il bronzo degli 800 femminili al Giochi di Londra: Marya Savinova e Ekaterina Poistogova. Ricordiamo che giovedì scorso la federazione russa aveva inflitto cinque squalifiche per uso di doping. Maria Konovalova, due volte terza alla maratona di Chicago, è stata sospesa fino all'ottobre 2017 e si è vista cancellare tutti i risultati ottenuti dall'agosto 2009 in poi. Rimarrà ferma fino all'ottobre 2019, invece, la 29enne Mariya Bespalova. Quattro anni di sospensione anche ai velocisti Vlas Bredikhin e Yaroslav Kholopov mentre viene squalificato per sei mesi il marciatore Yevgeny Nushtayev. A gennaio l'agenzia russa antidoping aveva squalificato Tatyana Chernova, iridata nel 2011 dell'eptathlon champion, e la campionessa olimpica dei 3000 siepi a Londra, Yuliya Zaripova. Sempre a inizio anno furono sospesi cinque marciatori, fra cui tre campioni olimpici, tanto che ai recenti mondiali di Pechino la squadra russa, storicamente dominatrice della marcia, si è presentata con un solo atleta. Tutto questo non è sufficiente per emarginare sportivamente la Russia?

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