mercoledì 19 agosto 2015

Giovanna Rossi e la determinazione del Triathlon

Ogni uomo ha una storia ed ogni storia è unica. Unica come quella di Giovanna Rossi, che con una disabilità pari al 46% nuota, pedala, corre, soffre, oltre ad avere una famiglia con tre figli e un lavoro. Una vera triathleta a tutto tondo e degna di questo nome.
Tra poco debutterà a Rimini (3 ottobre 2015) nel suo primo Triathlon Sprint ma prima di farlo il blog SuperAllenamento l'ha intervistata. Grazie Giovanna e buona fortuna per la tua prima gara. Ci risentiamo il 3 Ottobre. Ecco la sua intervista per il blog SuperAllenamento.

In che anno hai iniziato a praticare la pratica multisport del triathlon e cosa ti ha spinto a farlo?
Ho iniziato ad allenarmi nell’ottobre del 2014 dopo aver seguito nel corso di quell’anno il mio compagno, Gabriele Torcianti, preparatore atletico per professione e triatleta per passione, nelle sue 2 prime gare. In particolare la scintilla per me è scoccata all’Elbaman. In quell’occasione, oltre a tifare per lui, ho anche fatto da Handler a due ragazzi disabili, il ché mi ha permesso di vivere la gara ancora più appassionatamente. Entrare in zona cambio, sapere che Mirko e Sergio contavano su di me, vedere i volti concentrati dei partecipanti, i corpi stremati alla fine della gara… Il triathlon trasmette un’emozione unica e io, che inizialmente mal tolleravo l’impegno di Gabriele negli allenamenti, ho pensato: l’emozione di tagliare quella linea deve essere mia! Ovvio che da invalida quale sono (ho 12 vertebre bloccate da due barre di titanio e una ventina di viti a corredo) non sapevo se mai ce l’avrei fatta, così ho iniziato un allenamento “al buio” che tenesse conto dei miei deficit motori e della possibilità di dovermi arrendere.

Quali sono le difficoltà nel gestire le sedute di allenamento senza trascurare il lato affettivo e lavorativo della tua vita?
La sintesi è che non conosco riposo. Le mie pause pranzo sono i miei momenti di allenamento principali, quindi se si considera che oltre al lavoro full time ho anche 3 bambini e una casa da gestire, chiunque può immaginare i miei ritmi! Non è di certo facile, ma ne vale la pena. Sicuramente mi aiuta avere vicino una persona che capisce ed incentiva i miei allenamenti, che prepara il pranzo ai bimbi mentre io sono fuori a correre o in bici, che rende possibile il mio sogno insieme al suo. Per quanto riguarda il lavoro ho scoperto che per una come me che fa un lavoro molto mentale e statico (mi occupo di web marketing) è molto utile alternare momenti in cui il corpo e l’attività fisica sono i protagonisti, la mente ci guadagna e quindi anche il lavoro. L’allenamento agonistico è molto utile per la formazione personale (e quindi professionale), una grande scuola che insegna ad ascoltare e rispettare i compiti impartiti, a sopportare la fatica e a trovare soluzioni per andare avanti nei momenti difficili, a non mollare mai.

Quale momento ricordi con maggiore gioia? E quale con tristezza/rammarico?
Non avendo ancora esordito, la mia gioia più grande è stata scoprire col tempo che anche io, invalida che non aveva mai fatto sport, ero in grado di apprendere ed allenare il mio corpo. Dopo i primi mesi ho iniziato a fare cose che non credevo avrei mai fatto. Sicuramente la gioia più grandi sono i miei bimbi, che hanno vissuto con me il periodo difficile dei due interventi. La sera mentre li metto a letto dicono: “Mamma, facci vedere i muscoli!” Il mio rammarico è di aver conosciuto tardi il triathlon e in generale lo sport agonistico. Credo che al di là delle attitudini (che sono una schiappa si è capito vero?) allenarsi per una gara sia un’esperienza meravigliosa, che non ha nulla a che vedere con fare attività fisica generica per la salute o la bellezza, come facevo prima.

Quali sono le tue ambizioni?
Intanto diventare finisher! Il 3 ottobre esordirò nello sprint di Riccione. Le mie particolari condizioni di salute non mi permettono di sognare troppo, sicuramente vorrei migliorare su questa distanza, magari iniziando a fare qualche competizione del circuito paratriathlon. Poi vedremo. Dal punto di vista sportivo sono davvero una neonata, mi piacerebbe pensare di avere molta strada davanti per divertirmi e allenarmi!.

Da Atleta, cosa chiederesti alla Federazione Italiana Triathlon?
Atleta è una parola grossa! Credo che il triathlon sia una disciplina in ascesa, mi piacerebbe però che rimanesse o diventasse uno sport sempre più con la S maiuscola. E’ uno sport duro, che richiede sacrificio e impegno, quindi qualità e nessuna scorciatoia. In generale mi piacerebbe che lo Sport fosse incentivato a livello giovanile.

Che consigli daresti a chi si approccia per la prima volta a questa disciplina?
Spesso le persone che iniziano a fare triathlon vengono da una delle discipline che lo compongono e quindi spesso a livello metabolico sono parzialmente strutturate. Questo, l’ho capito in questi mesi, fa molta differenza. A chi come me inizia da 0 consiglio di farsi seguire da qualcuno per l’allenamento almeno inizialmente. E’ uno sport che comporta un carico di lavoro preciso, che non è la somma di 3 sport, quindi se non si è abituati ad allenamenti frequenti e pesanti può non essere semplice per il corpo prendere il ritmo e se si esagera al contrario si rischia di scoppiare. Io, ad esempio, considero il più grande successo del mio allenamento fino ad ora, quello di non essermi infortunata. Per il resto consiglio di non lasciarsi spaventare, è divertente cambiare disciplina (mai noioso!) e se lo faccio io, davvero chiunque può fare triathlon!

Te la senti di dare un giudizio sullo stato di salute del movimento di Triathlon nella tua Regione?
Come ho già detto sono entrata da poco in questo mondo. Sono tesserata a Milano, in una società storica, la Pro Patria, che ha dimostrato di appoggiare il mio folle progetto e più in generale il paratriathlon. Ma in Emilia Romagna non mancano società importanti. Da quelle emiliane (qui a Reggio Galileo e Beriv) alle storiche romagnole. Come la DTS Rimini, che seppur a distanza, sta sostenendo e seguendo il mio allenamento. Quindi direi che in generale il triathlon gode di ottima salute, troppo spesso però ci sono inutili campanilismi che personalmente non amo in nessun settore.

Infine quanti giorni alla settimana ti alleni e quanti km svolgi nelle varie discipline in un anno?

Attualmente mi alleno 5 o 6 giorni. Partendo da 0 non è poco. Alle 3 discipline aggiungo ogni settimana un allenamento di core stability, indispensabile nelle mie condizioni. Da qualche tempo poi alcuni di questi allenamenti sono combinati. Non ho ancora completato un anno di allenamento, ma ho scritto un articolo alla 25 settimana (http://www.46percento.it/2015/04/12/la-venticinquesima-settimana/), cioè a metà preparazione. A quel tempo avevo percorso 357 km di bici, 150 di corsa e 37 di nuoto. Alla fine della mia impresa farò un nuovo report, vi faccio sapere! Se poi volete sapere qualcosa di più, vi aspetto sul blog! www.46percento.it

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