"Perché la gamba del capitano Achab, il
suo malumore, la sua insoddisfazione, la sua testardaggine, il suo
egocentrismo, sono la somma di ciò che si diventa alla sua età, dopo una vita
di attese e delusioni." É con
questa citazione che voglio presentarvi l'intervista ad un'altro personaggio
legato al mondo del triathlon. Ha iniziato a cimentarsi con il triathlon hai
tempi dell'università, ora vive ad Amsterdam e crea arte sulle biciclette Achabici.it. E' conosciuto nell'ambiente con il
nome di Achab: il personaggio letterario del romanzo Moby Dick, creato
da Herman Melville. Si sono occupati
di lui e delle sue creazioni molte riviste specializzate e il web riconosce a
questo artista il giusto merito. Oggi tocca al blog SuperAllenamento rendere
merito al triatleta e creatore di sogni Achab. Bando alle ciance quindi, è il
momento di dare la parola ad Achab.
In che anno ha iniziato a praticare la pratica
multisport del triathlon e cosa ti ha spinto a farlo?
Ho incominciato e finito negli anni
dell’università perché era una cosa nuova che nessuno conosceva. E siccome
c’erano pochissimi praticanti speravo (inutilmente) di trovare finalmente uno
sport dove avere risultati discreti. Ma mi sbagliavo e ho smesso. Ricordando
ancora la sconfitta ho ripreso nel 2008 a allenarmi senza voglia di fare
nessuna gara e principalmente a causa della crisi di mezza età. Poi per demenza
senile mi sono dimenticato della gioventù e ho fatto anche qualche gara
arrivando sempre tra gli ultimi.
Quali sono le difficoltà nel gestire le sedute
di allenamento senza trascurare il lato affettivo e lavorativo della tua vita?
Il vero
triathlon è famiglia, lavoro, sport e non nuoto, bici e corsa. Mi sto alleando
molto per non sentire i sensi di colpa.
Quale momento ricorda con maggiore gioia?
Ogni volta che mi posso allenare con il sole,
temperatura mite, magari con amici, in un bel posto.
E quale ricorda con tristezza/rammarico?
Tuttle le volte che mi sono infortunato e ho
dovuto fermarmi.
Quali sono le tue ambizioni ?
Fare un ironman prima di morire o morire
cercando di finire un ironman.
Da Atleta, cosa chiederesti alla Federazione
Italiana Triathlon?
Non sono un atleta….
Che consigli daresti a chi si approccia per la
prima volta a questa disciplina?
Copio uno dei migliori insegnamenti di king of
pain, amico e mostro di gare di endurance: è giusto avere paura di un ironman.
Ti fa avvicinare con rispetto e umiltà.
Te la senti di dare un giudizio sullo stato di
salute del movimento di Triathlon nella sua Regione?
Abito a amsterdam e non ho idea della scena.
Infine quanti giorni alla settimana ti alleni e
quanti km svolgi nelle varie discipline in un anno?
Cerco di allenarmi sei giorni su sette ma
viaggiando molto per lavoro rimane più un sogno che una realtà. Tra i 5000 e
6000km l’anno.
Grazie Achab
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