L' RPE viene usata per
valutare la percezione soggettiva dello sforzo in relazione all'entità dello
sforzo stesso. Borg scelse una serie di 15 numeri crescenti (dal 6 al 20) e li
mise in relazione con i valori della frequenza cardiaca durante uno sforzo
fisico. In particolare il valore più basso della scala (il 6) corrisponde
idealmente a 60 battiti al minuto, mentre il valore più alto (20) corrisponde
ad una frequenza cardiaca di 200 bpm. In questa tabella è stata messa in
relazione la frequenza cardiaca con la scala di Borg; possiamo notare per esempio come il livello 16
corrisponda all'85% della FC max, frequenza cardiaca alla quale si
colloca, normalmente, la soglia anaerobica.
venerdì 28 agosto 2015
martedì 25 agosto 2015
Ironman: Cinque cose che (forse) non sapevate
Parlare e leggere di triathlon sulle pagine di questo blog è normale, ma sono
ancora in molti quelli che ne sentono parlare per la prima volta. Proprio per
questo motivo e per soddisfare la curiosità di molti e quella dei numerosi neofiti
di questa disciplina, oggi faremo un piccolo approfondimento su cinque curiosi
aspetto della triplice. Fortunatamente il movimento del triathlon non solo è
sano, ma cresce a vista d’occhio:le gare diventano ogni anno più affollate ed è uno sport che sta registrando una
crescita esponenziale in termini di fan e iscrizioni. Tutti ne vogliono fare almeno uno nella vita.
Ma nel Triathlon, come nella corsa, ci sono diverse distanze, ognuna
contraddistinta da un diverso nome. La regina delle distanze, il più duro da
affrontare, è l’Ironman.
La
distanza Ironman comprende una frazione di nuoto di 3,86 Km, una frazione in
bici di 180 Km e una maratona da 42,195 Km, il tutto da svolgere entro e non
oltre le 17 ore, con partenza alle 7 di mattina e chiusura della competizione a
mezzanotte. Il primo vincitore? Un
americano. Alla prima edizione, che fu una sorta di scommessa,
parteciparono 15 uomini, e ne arrivarono al traguardo solo 12. A vincere fu
Gordon Haller, uno specialista delle comunicazioni della Marina Americana, che
chiuse la gara in 11 ore, 46 minuti e 58 secondi. Ognuno degli atleti che
partecipò al primo Ironman ricevette una sorta di mini-guida con alcune delle
regole da rispettare durante la competizione. Nell’ultima pagina della guida
trovarono, scritta a mano, la famosa frase: "Swim 2.4 miles! Bike 112 miles! Run 26.2 miles!
Brag for the rest of your life" (“Nuota 2.4 miglia! Pedala 112 miglia! Corri 26.2 miglia! Vantati per il
resto della tua vita. Il primo Ironman
70.3 venne disputato nel 2005. Questa distanza, conosciuta come Mezzo Ironman,
prevede 1,9 chilometri di nuoto (1.2 miglia), 90 chilometri in bici (56 miglia)
e una mezza maratona (13.1 miglia). 70.3 non è altro che la somma delle miglia
dell’intera competizione, così come 140.6 identifica la distanza Ironman.
Fumare fa crescere la pancia
Che il fumo faccia male è risaputo, ma che facesse anche
ingrassare è emerso solo da una recente ricerca. Si conoscevano invece gli
effetti della cessazione da fumo sull’organismo. La frustrazione di non poter
"fare un tiro" viene ricompensata da un piccolo riconoscimento
culinario. Insomma, se si è preoccupati per la linea, buttare il pacchetto nel
cestino potrebbe essere visto come un problema. O forse no. Secondo lo studio
di un gruppo di ricercatori dell'Università di Glasgow, infatti, ha messo in relazione il tabagismo con la misura del punto vita.
L'analisi ha unito i risultati di 29 ricerche diverse,
per un totale di 150mila volontari analizzati. Quello che è emerso è che fumare tanto sembra proprio far crescere il tessuto adiposo proprio lì
dove è più difficile eliminarlo: sul nostro addome. Pur rilevando un generale
aumento di peso in chi ha smesso di fumare, gli studiosi hanno anche notato
come chi non riesce a smettere con le sigarette solitamente ha, in proporzione,
una pancia molto più grossa. Fumare insomma farebbe aumentare il grasso
corporeo in modo irregolare, facendolo concentrare attorno allo stomaco e
diminuire altrove. Così, allo stesso modo, quando i fumatori mettono su del
peso, tendono a ingrassare soprattutto all'altezza del punto vita piuttosto che
in modo uniforme. Ai ricercatori non sono chiari i meccanismi di funzionamento
del fenomeno, confermato tuttavia dall'ingente quantità di dati statistici.
lunedì 24 agosto 2015
Intervista ad Aldo Oriani
In che anno hai iniziato a praticare la pratica
multisport del triathlon e cosa ti ha spinto a farlo?
nel 2011 Dopo un infortunio alla schiena
dovuto ad anni di sollevamento pesi.Mi ero annoiato della vita da palestra e
volevo cambiare tipologia di sport, da un modello di prestazione di tutto in
pochi secondi a gare da ore, e quale cosa migliore del triathlon!
Quali sono le difficoltà nel gestire le sedute di allenamento senza trascurare il lato affettivo e lavorativo della tua vita?
Bisogna innanzitutto avere una famiglia
che in liena di massima ti appoggia, specialmente se si allenano le lunghe
distanze, io sono sposato da 2 anni e mia moglie e una santa perche sabato e
domenica mattina non esistono di solito esco di casa alle 7 per tornare verso
le 13, e le vacanze sono fatte con bici e zona cambio al seguito, quest'anno le
nostre vacanze saranno a Maiorca in settembre perché faro' l'ironaman.
Quale momento ricordi con maggiore gioia? E quale con tristezza/rammarico?
Solitamente riesco a fare sempre la gara
contro me stesso, quindi poco mi importa la posizione o la classifica, anche
perche venendo da uno sport totalmete diverso non posso competere on chi ha
nuotato pedalato o corso per una vita(ma i miei 100kg di panca li faccio
ancora eheh). Pero' quest'anno ad Arona mi sono tolto una grande soddisfazione
facendo una gara per me perfetta, senza cedere nemmeno nella corsa che e' il
mio punto debole. Di momenti tristi 'c'è stato l'infortunio che ho patito
quest'inverno fermo per 4 mesi causa bandelletta ileotibiale Ko, l'inattivita
forzata mi rendeva apatico.
Quali sono le tue ambizioni?
Per quest'anno finire l'ironaman di
Maiorca senza un tempo in testa ma semplicemente tagliare il traguardo facendo
del mio meglio, per il prossimo migliore il mio best time su olimpico e 70.3
che sono distanze a me molto piu congeniali della full distance.
Da Atleta, cosa chiederesti alla Federazione Italiana Triathlon?
Di dare piu visibilità' al movimento e
di cercare di applicare sempre il regolamento aumentando i giudici di gara
specialmente nelle no draft, dove si vedono delle granfondo al limite del
vergognoso.
Che consigli daresti a chi si approccia per la prima volta a questa disciplina?
Di Farsi tutto il viaggio, partire dagli
sprint e poi salendo piano piano, gia il mio ironman e un azzardo dopo quasi 5
anni che mi alleno, ma leggo di persone che al primo anno puntano subito
all'ironman, il triathlon non e' solo ironman!!!
Te la senti di dare un giudizio sullo stato di salute del movimento di Triathlon nella tua Regione?
Abitando in Lombardia e faccendo parte
di una societa abbastanza grande e organizzata mi sento di dare un giudizio
positivo.
Infine quanti giorni alla settimana ti alleni e quanti km svolgi nelle varie discipline in un annno?
mi alleno 6 su 7 il totale del nuoto non
lo faccio erche mi alleno con i master ma sono circa 6000 metri alla settiamna
bici circa 6000 e a piedi 1000-1200 ( 2 paia di scarpe)
venerdì 21 agosto 2015
Migliora le prestazioni sportive assumendo bicarbonato di sodio
Diamo uno sguardo in
profondità al bicarbonato di sodio e come funziona sulla nostra fisiologia per
migliorare la prestazione. Il bicarbonato di sodio è un sale alcalino, ed è una
sostanza che possiede un pH di 8,4. La nomenclatura chimica per il bicarbonato
di sodio è NaHCO3. Bicarbonato di sodio agisce per tamponare acidi prodotti dal
corpo durante lo sforzo fisico. Uno di questi acidi è ben noto a noi come
l'acido lattico e un'altro meno familiare è l'acido carbonico. I nostri reni
producono bicarbonato di sodio costantemente per mantenere il nostro livello di
pH in questo stretto intervallo di valori: 7,35-7,45. Come atleti, si producono
due tipi principali tipi di acido. Il primo di questi è l'acido lattico, che è
un sottoprodotto della glicolisi anaerobica. Ciò si verifica quando abbiamo
superato il livello di sforzo che consente ai sistemi cardiorespiratori del
nostro corpo di fornire un adeguato ossigeno alle nostre cellule muscolari. La
seconda forma di acido è l’acido carbonico. Le nostre cellule sottoposte ad un duro
lavoro producono anidride carbonica. L'anidride carbonica si combina con
l'acqua (H2O) per formare acido carbonico (H2CO3). Entrambi questi acidi
servono ad abbassare i nostri livelli di pH nel sangue con conseguente acidosi.
Teoricamente, la supplementazione con bicarbonato di sodio dovrebbe ritardare
l'insorgenza della fatica, aiutando il corpo a mantenere un pH normale durante
l'alta intensità dello sforzo. Ritardare insorgenza di acidosi intracellulare
durante l'esercizio fisico aiuta a mantenere un ambiente cellulare più
omeostatico permettendo prestazioni ottimali. Il bicarbonato di sodio come
aiuto ergogenico è stata ampiamente studiata nel corso degli ultimi 60 anni. Si
tratta di un tema impegnativo perché tante altre variabili sono in gioco nella
determinazione finale della prestazione atletica, e nessuno di questi può essere
completamente controllato. Tuttavia, in uno studio che applica una tecnica
meta-analitica ai risultati di 29 studi più condotti sul tema, il confronto
statistico di indagini scientifiche indica che non solo il bicarbonato di sodio
migliora le prestazioni atletiche ma migliora il tempo di completamento
dell’esercizio in media del 27 percento.
Oltre 30 diversi studi sono
stati pubblicati sull’effetto del bicarbonato di sodio nel corpo prima dello
sforzo. La dose efficace è da 0,3 a 0,4 grammi per chilogrammo di peso
corporeo. Ad esempio, se si pesa 70kg l'intervallo di dosaggio potrebbe essere
da 21 a 28 grammi. Dovrebbe essere ingerito 60 a 90 minuti prima di esercitare
in un volume minimo di 0,5 litri di acqua. Ci sono una varietà di formulazioni
commerciali disponibili. Scegliete un prodotto che contiene solo il bicarbonato
di sodio. Ci sono prodotti che contengono altri additivi come amido di mais.
Assicuratevi che il prodotto sia completamente dissolto in acqua prima di
ingestione. Bevetelo lentamente in un periodo cha va dai 20 a 30 minuti. Questo
potrebbe non essere l'intruglio più appetibile che tu abbia mai ingerito, ma
berlo freddo potrebbe aiutarti, così come l'aggiunta di una piccola quantità di
succo di frutta per insaporire. Il bicarbonato di sodio è disponibile in
compresse specificamente formulate per lo sport, come le Hammer Nutrition. Queste
compresse sono progettate per essere sciolte in 16 ml di acqua o nella bevanda
consumata durante allenamenti e gare. Ci sono molti atleti che in seguito all’assunzione
di bicarbonato confessano di aver percepito un miglioramento delle prestazioni.
Qualsiasi livello di acidosi nel corpo di un atleta può causare irritabilità. È
possibile che in aggiunta all'effetto fisiologico positivo si manifesti anche
un effetto psicologico positivo. Sappiamo tutti come ci si sente ad essere
nella "zona ottimale" di allenamento. Questo ci dà una spinta mentale
e emotiva durante allenamenti e gare che può essere estremamente vantaggiosa.
Si tratta di una esperienza soggettiva e non può essere efficacemente e
scientificamente studiata, ma la supplementazione di NaHCO3 ci può dare quella
spinta esaltante di cui abbiamo bisogno per tagliare in volata il traguardo dopo cinque
ore di gara estenuante. E’ noto che un atleta non
dovrebbe utilizzare qualcosa per la prima volta nelle competizioni, senza prima
averlo testato in allenamento. Ci sono alcuni effetti collaterali potenziali,
dovuti all’uso di NaHCO3 che vale la pena sperimentare l’assunzione in
allenamento. Se NaHCO3 agisce per migliorare il rendimento durante la gara sarà
anche in grado di migliorare il rendimento dell’allenamento. Come accennato in precedenza, NaHCO3 può
realmente essere classificato come un farmaco e come tale ha effetti
collaterali. Uno degli effetti collaterali più comuni sono i disturbi
gastrointestinali sotto forma di crampi, vomito e diarrea. Uno dei modi per
evitare la sofferenza è quello di iniziare la supplementazione a un dosaggio inferiore
e aumentare lentamente il range raccomandato, iniziando con una dose di 0,1 a
0,2 grammi per chilogrammo. Ci sono,
purtroppo, alcuni gravi effetti collaterali associati con l'integrazione di
NaHCO3: essi comprendono crampi muscolari e spasmi, debolezza, irritabilità,
disturbi del ritmo cardiaco (che può essere fatale), apatia, e convulsioni.
Questi sono tutti collegati ad alterazioni degli elettroliti (sodio, potassio,
calcio).
James Lawrence: 50 Ironman in 50 giorni. L'impresa dell'inarrestabile “Iron Cowboy”
James Lawrence era già entrato nel Guinness dei Primati per aver completato il maggior numero
di gare Ironman nel corso di un anno: nel 2012 ha
infatti gareggiato in 30 gare di triathlon (in 11 diversi Paesi, sia chiaro). Nel
2015 ha mirato a qualcosa di ancora più grande: 50 gare di triathlon, in 50 giorni, in 50 Stati
diversi. Tutto questo equivale a 3,86 chilometri di nuoto,
180,25 chilometri in bicicletta e una maratona di 42,195 chilometri, ogni
singolo giorno. Il risultato? Un successo.
Prima domanda: perché?
La
prima volta che ho tentato un record è stato un “incidente”: nel 2011 ho fatto
il maggior numero di gare “mezzo Ironman” in un anno. Nel 2012 ho deciso di tentare
l’Ironman vero e proprio
Quale si è rivelato lo Stato più difficile?
Arizona
e Tennessee. Perché il Tennessee? Mi sono addormentato e sono caduto dalla bici
schiantandomi al miglio 30. Ho dovuto finire la corsa con un sacco di brutte
escoriazioni.
Ti sei addormentato?
È
stato uno degli sforzi più grandi, soprattutto sulla bicicletta. Durante il
nuoto e la corsa ci si tiene attivamente in movimento... in bicicletta, invece,
è possibile lasciarsi andare un po’ per inerzia. In quel momento mi sono
addormento. Durante i momenti in cui sono più esausto mi posso addormentare in
tre o quattro secondi, mentre il mio battito cardiaco era ben al di sopra dei
100 battiti al minuto.
Sembra
faccia male. Quale parte del tuo corpo si è infortunata di più?
Tra
le mie gambe (sul serio!) e le dita dei piedi. I miei piedi erano semplicemente
distrutti: vesciche tra le dita, unghie staccate.
Hai
mangiato 3.500 calorie ogni mattina?
Uova
e frittelle di patate, ogni singolo giorno. Sarebbe circa la metà del mio
apporto calorico quotidiano di 7-8.000 calorie. Tremila cinquecento calorie
prima di ogni corsa in bicicletta!
Quindi
sei un atleta molto attento ai dettagli...
Io
non sono molto attento a queste cose. È per questo che ho assunto un
allenatore. Non avrei potuto fare questo senza di lui e i miei due gregari, che
hanno fatto un ottimo lavoro per tenere uno spensierato atteggiamento di
divertimento, che è necessario in un progetto così impegnativo.
La
velocità non era il tuo obiettivo.
No,
la mia media è stata di circa 14 ore al giorno. L'obiettivo era quello di
finire 50 Stati, e sono abbastanza sicuro che l’ho fatto più velocemente di
chiunque altro!
Hai
avuto un sacco di persone che si sono unite lungo la strada.
Ho invitato la gente a unirsi a
me per gli ultimi 5 chilometri di ogni maratona. Alcuni giorni abbiamo avuto 10
persone, altri ne abbiamo avute 2.000. Ero totalmente ispirato. Le persone
hanno condiviso le loro storie con me ogni giorno. È diventata una partita di
ping-pong emotivo. Le persone mi raccontavano le loro storie, e io usavo le
loro storie come combustibile il giorno successivo
Automobilisti contro ciclisti
Che la maggior parte delle nostre strade
siano state concepite e costruite a uso e consumo dell'automobile è cosa nota:
per rendersene conto basta dare un'occhiata a quello che avviene fuori dai
nostri confini. In Paesi ciclisticamente avanzati la bicicletta è considerata
un mezzo di trasporto quotidiano mentre il nostro Codice della Strada la
definisce ancora "velocipede", come se si trattasse di un bizzarro
oggetto di modernariato del secolo scorso. L'insofferenza di alcuni
automobilisti nei confronti dei ciclisti è palpabile: il ciclista viene visto
come un pericoloso ostacolo mobile da schivare e quando rivendica il proprio
spazio sulla strada che "è di tutti" la miccia è già accesa e il
litigio è dietro la prima curva.
Il Codice della Strada definisce la bicicletta "velocipede" (art. 50), è molto chiaro e dettagliato sulle caratteristiche costruttive che deve avere (art. 68) ma sulle norme di circolazione contenute nel primo comma dell'art. 182 non lo è altrettanto: "I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono procedere su un'unica fila salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell'altro". Nel comma 9 risiede invece l'obbligo delle bici di "transitare sulle piste loro riservate quando esistono" e questo vale anche per le ciclabili malmesse.
Il Codice della Strada è attualmente in fase di aggiornamento e l'iter legislativo si concluderà con l'approvazione del Nuovo Cds, probabilmente nei primi mesi del 2016: un testo che dovrebbe essere più snello e comprensibile. Meno "burocratese" e strade disegnate tenendo conto anche di ciclisti e pedoni: queste novità potrebbero rappresentare un passo in avanti per sedare sul nascere le eventuali liti tra automobilisti e ciclisti, in presenza di un regolamento univoco e di una segnaletica stradale chiara e attenta alle esigenze di tutti gli utenti che condividono la carreggiata. E magari il tanto bistrattato velocipede finalmente si trasformerà in una bicicletta: un mezzo di trasporto con pari dignità rispetto agli altri.
giovedì 20 agosto 2015
Red Bull, ecco gli effetti inquietanti sul nostro orgnaismo
Red Bull ti mette le ali dice la famosa e simpatica pubblicità ormai in onda da anni. La quale, con un allegro e innocente cartone animato, mostra personaggi nelle più disparate situazioni di difficoltà, cavarsela alla grande dopo aver bevuto una lattina di questo energy drink. Del resto, come non credere al fatto che ci faccia sentire sollevati, visto che contiene una quantità importante di caffeina e zuccheri, agenti stimolanti sull'organismo. Ma cosa accade al nostro organismo dopo averne bevuta una? Come visto per la Coca cola, vediamolo anche per quest'altra bevanda molto usata da studenti, lavoratori notturni e atleti esaminando l'infografica pubblicata sul sito Personalise, spiegata poi dal Daily Mail. Da premettere che se la Coca Cola ha effetti per circa un'ora, la Red Bull si protrae per circa dodici ore. Dopo averla assunta, dopo i primi dieci minuti la caffeina entri in circolo. Ciò comporta il fatto che il battito cardiaco si velocizzi e si alzi la pressione. Dai quindici ai quarantacinque minuti dopo il livello di caffeina nel sangue raggiunge il picco e ciò si traduce in un miglioramento della capacità di concentrazione e della prontezza. Dopo una cinquantina di minuti, l'assorbimento della caffeina è concluso e il fegato reagisce assorbendo più zuccheri dal sangue. Dopo un'ora vi è un crollo dello zucchero nel sangue e la fine dell'effetto della caffeina. Di conseguenza, ci si sente più stanchi e con meno energia.La caffeina nel sangue impiega però 5-6 ore per ridursi della metà. Attenzione: le donne che assumono la pillola anticoncezionale impiegano il doppio del tempo. Per essere completamente smaltita la caffeina, ci vogliono circa dodici ore, ma il tempo varia a seconda dell'età e dell'attività svolta. Giovani e atleti ci mettono magari un po’ di meno, gli anta e chi fa poca attività fisica di più. La Red Bull, proprio per la caffeina, può provocare crisi di astinenza, che può arrivare a dodici-ventiquattro ore dopo l'ultima dose ed i sintomi sono mal di testa, irritabilità e costipazione. Secondo alcuni studi si può raggiungere assuefazione dopo 7-12 giorni al massimo. Ciò significa che successive assunzioni di questa bevanda avranno effetti meno intensi rispetto alla prima assunzione. Secondo lo specialista alimentare Stuart Farrimond, assumere caffeina attraverso queste bevande è assolutamente sbagliato per la presenza di enormi dosi di zuccheri ma anche per l'acidità contenuta in queste bevande, la quale provoca danni che vanno dalle carie fino a disturbi agli organi digerenti. Infine, bevande come la Red Bull tendono a ridurre la creatività. Forse per tenersi svegli è sempre meglio ricorrere alla mitica classica tazzullella 'e cafè…
mercoledì 19 agosto 2015
Giovanna Rossi e la determinazione del Triathlon
Ogni uomo ha una storia ed ogni storia è unica. Unica come quella di Giovanna Rossi, che con una disabilità pari al 46% nuota, pedala, corre, soffre, oltre ad avere una famiglia con tre figli e un lavoro. Una vera triathleta a tutto tondo e degna di questo nome.
Tra poco debutterà a Rimini (3 ottobre 2015) nel suo primo Triathlon Sprint ma prima di farlo il blog SuperAllenamento l'ha intervistata. Grazie Giovanna e buona fortuna per la tua prima gara. Ci risentiamo il 3 Ottobre. Ecco la sua intervista per il blog SuperAllenamento.
In che
anno hai iniziato a praticare la pratica multisport del triathlon e cosa ti ha
spinto a farlo?
Ho iniziato ad allenarmi nell’ottobre del 2014 dopo aver
seguito nel corso di quell’anno il mio compagno, Gabriele Torcianti,
preparatore atletico per professione e triatleta per passione, nelle sue 2
prime gare. In particolare la scintilla per me è scoccata all’Elbaman. In
quell’occasione, oltre a tifare per lui, ho anche fatto da Handler a due
ragazzi disabili, il ché mi ha permesso di vivere la gara ancora più
appassionatamente. Entrare in zona cambio, sapere che Mirko e Sergio contavano
su di me, vedere i volti concentrati dei partecipanti, i corpi stremati alla
fine della gara… Il triathlon trasmette un’emozione unica e io, che
inizialmente mal tolleravo l’impegno di Gabriele negli allenamenti, ho pensato:
l’emozione di tagliare quella linea deve essere mia! Ovvio che da invalida quale
sono (ho 12 vertebre bloccate da due barre di titanio e una ventina di viti a
corredo) non sapevo se mai ce l’avrei fatta, così ho iniziato un allenamento
“al buio” che tenesse conto dei miei deficit motori e della possibilità di
dovermi arrendere.
Quali sono le difficoltà nel gestire le sedute di allenamento senza trascurare il lato affettivo e lavorativo della tua vita?
La sintesi è che non conosco riposo. Le mie pause pranzo
sono i miei momenti di allenamento principali, quindi se si considera che oltre
al lavoro full time ho anche 3 bambini e una casa da gestire, chiunque può
immaginare i miei ritmi! Non è di certo facile, ma ne vale la pena. Sicuramente
mi aiuta avere vicino una persona che capisce ed incentiva i miei allenamenti,
che prepara il pranzo ai bimbi mentre io sono fuori a correre o in bici, che
rende possibile il mio sogno insieme al suo. Per quanto riguarda il lavoro ho
scoperto che per una come me che fa un lavoro molto mentale e statico (mi
occupo di web marketing) è molto utile alternare momenti in cui il corpo e
l’attività fisica sono i protagonisti, la mente ci guadagna e quindi anche il
lavoro. L’allenamento agonistico è molto utile per la formazione personale (e
quindi professionale), una grande scuola che insegna ad ascoltare e rispettare
i compiti impartiti, a sopportare la fatica e a trovare soluzioni per andare
avanti nei momenti difficili, a non mollare mai.
Quale
momento ricordi con maggiore gioia? E quale con tristezza/rammarico?
Non avendo ancora esordito, la mia gioia più grande è
stata scoprire col tempo che anche io, invalida che non aveva mai fatto sport,
ero in grado di apprendere ed allenare il mio corpo. Dopo i primi mesi ho
iniziato a fare cose che non credevo avrei mai fatto. Sicuramente la gioia più
grandi sono i miei bimbi, che hanno vissuto con me il periodo difficile dei due
interventi. La sera mentre li metto a letto dicono: “Mamma, facci vedere i
muscoli!” Il mio rammarico è di aver conosciuto tardi il triathlon e in
generale lo sport agonistico. Credo che al di là delle attitudini (che sono una
schiappa si è capito vero?) allenarsi per una gara sia un’esperienza
meravigliosa, che non ha nulla a che vedere con fare attività fisica generica
per la salute o la bellezza, come facevo prima.
Quali sono
le tue ambizioni?
Intanto diventare finisher! Il 3 ottobre esordirò nello
sprint di Riccione. Le mie particolari condizioni di salute non mi permettono
di sognare troppo, sicuramente vorrei migliorare su questa distanza, magari
iniziando a fare qualche competizione del circuito paratriathlon. Poi vedremo.
Dal punto di vista sportivo sono davvero una neonata, mi piacerebbe pensare di
avere molta strada davanti per divertirmi e allenarmi!.
Da Atleta, cosa chiederesti alla Federazione Italiana Triathlon?
Atleta è una parola grossa! Credo che il triathlon sia
una disciplina in ascesa, mi piacerebbe però che rimanesse o diventasse uno
sport sempre più con la S maiuscola. E’ uno sport duro, che richiede sacrificio
e impegno, quindi qualità e nessuna scorciatoia. In generale mi piacerebbe che
lo Sport fosse incentivato a livello giovanile.
Che consigli daresti a chi si approccia per la prima volta a questa
disciplina?
Spesso le persone che iniziano a fare triathlon vengono
da una delle discipline che lo compongono e quindi spesso a livello metabolico
sono parzialmente strutturate. Questo, l’ho capito in questi mesi, fa molta
differenza. A chi come me inizia da 0 consiglio di farsi seguire da qualcuno
per l’allenamento almeno inizialmente. E’ uno sport che comporta un carico di
lavoro preciso, che non è la somma di 3 sport, quindi se non si è abituati ad
allenamenti frequenti e pesanti può non essere semplice per il corpo prendere
il ritmo e se si esagera al contrario si rischia di scoppiare. Io, ad esempio,
considero il più grande successo del mio allenamento fino ad ora, quello di non
essermi infortunata. Per il resto consiglio di non lasciarsi spaventare, è
divertente cambiare disciplina (mai noioso!) e se lo faccio io, davvero
chiunque può fare triathlon!
Te la
senti di dare un giudizio sullo stato di salute del movimento di Triathlon
nella tua Regione?
Come ho già detto sono entrata da poco in questo mondo.
Sono tesserata a Milano, in una società storica, la Pro Patria, che ha
dimostrato di appoggiare il mio folle progetto e più in generale il
paratriathlon. Ma in Emilia Romagna non mancano società importanti. Da quelle
emiliane (qui a Reggio Galileo e Beriv) alle storiche romagnole. Come la DTS
Rimini, che seppur a distanza, sta sostenendo e seguendo il mio allenamento.
Quindi direi che in generale il triathlon gode di ottima salute, troppo spesso
però ci sono inutili campanilismi che personalmente non amo in nessun settore.
Infine quanti giorni alla settimana ti alleni e quanti km svolgi nelle varie discipline in un anno?
Attualmente mi alleno 5 o 6 giorni. Partendo da 0 non è
poco. Alle 3 discipline aggiungo ogni settimana un allenamento di core
stability, indispensabile nelle mie condizioni. Da qualche tempo poi alcuni di
questi allenamenti sono combinati. Non ho ancora completato un anno di
allenamento, ma ho scritto un articolo alla 25 settimana (http://www.46percento.it/2015/04/12/la-venticinquesima-settimana/), cioè a metà preparazione. A quel tempo avevo percorso
357 km di bici, 150 di corsa e 37 di nuoto. Alla fine della mia impresa farò un
nuovo report, vi faccio sapere! Se poi volete sapere qualcosa di più, vi
aspetto sul blog! www.46percento.it
martedì 18 agosto 2015
Elisabetta Fusi, una campionessa contro il cancro
È stata una
campionessa in vasca con la Nazionale Azzurra di nuoto, lottando contro il
tempo. Oggi è una campionessa nella vita e giorno dopo giorno affronta l’avversario
più temibile che potesse mai incontrare: il cancro. Lotta, soffre, stringe i
denti, ma non si arrende, come quando si allenava in vasca per abbassare il suo
miglior tempo. Oggi tutto questo lo fa per lei, per i suoi tre figli, per la
sua famiglia e per tutti coloro che le vogliono bene. Lei è Elisabetta Fusi e questa è la sua storia.
Sono romana, ho 51 anni, sposata, madre di tre figli,
vivo e lavoro ad Anzio. Sono una ex atleta della Nazionale Azzurra, vanto 25
presenze in Nazionale, un record di staffetta, una migliore prestazione
assoluta sui 200 metri stile libero, un titolo italiano assoluto, una partecipazione
ai giochi del mediterraneo, e sono medaglia di bronzo al valore atletico. A
seguito di un brutto carcinoma mammario, lo scorso dicembre, ho dovuto subire
una mastectomia e linfoadenectomia
totale destra, oltre ad una chemio per sei mesi e una cura lunga cinque anni. Attualmente sono guarita.
Lo sport è disciplina di vita. Insegna a combattere, a
spostare continuamente i propri limiti, e a lottare per superarli. E’ squadra,
impari a collaborare, a ritagliarti un ruolo, a rispettare e ottenere rispetto.
Sono meccanismi fondamentali, che usi nel vissuto, automatismi indelebili. Il
cancro, invece, è la sfida impossibile. C’è la mortificazione, l’incertezza, il
dolore. Ma c’è soprattutto la speranza, la volontà, la pazienza. Le fasi che ti
propone sono micidiali, impongono una sopportazione portata sempre all’estremo.
Ti obbliga ad una gestione lucida, consapevole, ti pone delle scelte
spiacevolissime. Io sono cambiata, fisicamente, interiormente, consapevolmente.
Il corpo si rigenererà, intimamente svaporerà il timore di mostrarsi con
disinvoltura agli altri. In foto è un gioco, ma nel quotidiano è un incubo.
Fondamentale è aver vissuto la certezza
che di cancro ci si può ammalare seriamente, che si può e si deve curare, che
si può e si deve lottare per guarire.
Elisabetta
Fusi
“Ci sono tre modi di reagire, quando ti viene detto
che hai il cancro: puoi compiangerti, lottare oppure prenderlo per i fondelli“ E.F.
lunedì 17 agosto 2015
Irisina, l'ormone dello sport
LA SUA SCOPERTA, pubblicata su Nature nel 2012, fece il giro del mondo. L'individuazione nei
muscoli scheletrici dei topi di una proteina, l'ormone 'irisina', che aumentava
con l'esercizio le valse il soprannome di 'ormone dello sport' perché in grado
di accelerare il metabolismo e portare benefici al peso forma ma anche al
cervello e al cuore. Sostenevano i suoi scopritori all'epoca: "L'irisina
agisce sulle cellule adipose convertendole in grasso bruno, che funziona da
deposito ma ha anche la capacità di bruciare i grassi per trasformarli in calore.
L'incremento dell'irisina nel sangue comporta una accelerazione del metabolismo
di per sè, anche senza svolgere attività fisica. Dall'ormone potrebbero
derivare nuove terapie per le patologie metaboliche come il diabete e
l'obesità".
L'osservazione era dei ricercatori della Harvard
Medical school di Boston della Harvard University,
ma l'esistenza dell'irisina nell'uomo fu messa in dubbio perché l'indagine,
svolta sui topolini di laboratorio, era stata fatta con metodi inadatti a
cercarla nell'uomo. Ora però gli stessi ricercatori che la scoprirono nei topi
l'hanno individuata nel sangue umano. La scoperta è pubblicata oggi su Cell Metabolism.
Gli studiosi l'hanno trovata in un
campione di 10 persone, di 25 anni di età, di cui 6 sottoposte ad attività
fisica intensiva di tipo aerobico, ovvero cyclette, passeggiate e tapis-roulant
3 volte alla settimana e per 12 settimane, e 4 invece sedentarie. "Abbiamo
scoperto che l'irisina circola in minime quantità, pari a 3,6 nanogrammi per
ml, nel plasma degli individui sedentari. Invece nei soggetti sportivi il
livello aumenta in modo sensibile, cioè 4,3 nanogrammi per ml. I dati attuali
dimostrano quindi in modo inequivocabile che l'irisina esiste anche nell'uomo,
circola nel sangue ed è regolata dall'esercizio", spiega Mark
Jedrychowski, primo autore dello studio. "Sebbene l'irisina circoli a
livelli molto bassi, questo intervallo è paragonabile a quello di molti altri
importanti ormoni biologici come l'insulina", aggiunge lo studioso.
La scoperta dell'irisina nel 2012 è
stata emozionante perché avevamo trovato un motivo per cui l'esercizio ci
mantiene sani. Quando i livelli di irisina aumentavano nei topolini il
metabolismo accelerava con benefici anche per cuore e cervello". Il
passo verso una pillola che permetta di avere gli stessi benefici dello sport
senza muoversi dal divano si fanno ora più concreti?
Assumere FANS prima della gara per ridurre il dolore e migliorare le prestazioni, è inefficace!
Dati gli importanti effetti collaterali dei FANS come discusso nel secondo
e terzo articoli di questa serie, è ragionevole chiedere: "perché gli
atleti dovrebbero assumere FANS?". Sembra che la maggior parte degli
atleti non siano a conoscenza del
potenziale danno da assunzione da FANS. Un esempio di questa mancanza di
consapevolezza è dato in uno studio del 2010 di Bonn Marathon, in cui circa la
metà dei partecipanti (che hanno risposto a un sondaggio) ha preso FANS, e il
93% ha dichiarato che non erano a conoscenza delle conseguenze negative
dell'uso di FANS in relazione a sport di resistenza. Uno dei motivi per cui
molti atleti assumono FANS prima e
durante l'esercizio è quello di ridurre il dolore. Ad esempio, un atleta
infortunato, potrebbe decidere di utilizzare un FANS come una stampella per allenarsi
o partecipare a un evento senza essere limitato dal dolore. Un altro esempio di
utilizzo di FANS, da parte di spostivi, è quello dir prevenire il dolore durante
il corso di un evento. In questo senso, i FANS possono essere considerati aiuti
ergogenici. Infine, i FANS possono essere utilizzate al fine di prevenire il
dolore o indolenzimento che possono sorgere dopo l'attività fisica, come ad
esempio insorgenza ritardata del dolore muscolare (DOMS). Poiché i FANS
riducono la produzione di prostaglandine, e poiché prostaglandine aiutano a mediare
l'infiammazione, molti atleti utilizzano i FANS prima, durante e dopo
l'esercizio per prevenire l'infiammazione. La logica può essere che
l'infiammazione da esercizio può causare lesioni e prolungare il processo di
guarigione. Pertanto, poiché i FANS sono farmaci anti-infiammatori, l'uso di
questi farmaci potrebbe promuovere il recupero. A marzo 2015 è stato svolto uno
studio su 20 corridori di resistenza di sesso maschile, di età media 18,8 anni,
e divisi in due gruppi uguali, a cui è stato chiesti ad entrambi di eseguire
prove. 48 ore dopo questa attività, un gruppo ha ricevuto 1,2 grammi di
ibuprofene, mentre l'altro gruppo ha ricevuto il placebo. I ricercatori hanno
scoperto che entrambi i gruppi avevano più dolore muscolare e una diminuzione
delle prestazioni, ma che non vi era alcuna differenza tra i gruppi. Gli autori concludono che l’assunzione di Ibuprofene
non ha ridotto l'effetto del danno muscolare e dolore sulle prestazioni e che l’uso
profilattico di farmaci anti-infiammatori non steroidei non ha avuto un effetto
ergogenico a correre prestazioni dopo uno stress da danno muscolare in maschi
fondisti. Questi studi dimostrano che l'assunzione di FANS prima dell'esercizio
fisico per ridurre il dolore e l'infiammazione e migliorare le prestazioni, è
inefficace. Il fallimento di questo approccio è il meccanismo alla base di
lesioni legate allo sport. Mentre i FANS hanno innegabili proprietà
anti-infiammatorie, studi istopatologici hanno dimostrato che il meccanismo di
molte lesioni legate allo sport è degenerativo piuttosto che infiammatoria.
domenica 16 agosto 2015
Non Bevete Bevande Zuccherate
Che le bibite gassate non siano
un toccasana per gli sportivi è risaputo, dato l'elevato apporto di zucchero
che apportano nella dieta di un atleta, attento ad assumere solo e soltanto le
calorie necessarie, e non oltre, al suo fabbisogno. Una recente indagine,
pubblicata nelle scorse settimane, va addirittura oltre affermando che esiste
una correlazione stretta tra decessi per complicazioni da diabete e consumo di
bibite zuccherate. Le stime di consumo si sono basate su 62 indagini
alimentari condotte tra il 1980 e il 2010 in 51
paesi, su un totale di 611.971
individui, insieme ai dati sulla disponibilità nazionale di zucchero in
187 paesi e ad altre informazioni. Sulla base di una meta-analisi di altri
studi che forniscono le prove dei danni alla salute causati
dalle bevande zuccherate, i ricercatori ne hanno calcolatol'impatto
diretto sul diabete e gli effetti correlati all'obesità, sulle malattie
cardiovascolari e il cancro. Ed è così che gli autori sono arrivati a
stimare che nel 2010 il consumo di bevande zuccherate potrebbe essere
stato responsabile di circa 133.000
morti per diabete, 45.000 morti per malattie cardiovascolari
e 6.450 decessi per cancro.
Questa ricerca fa luce dunque sulla correlazione esistente tra l'eccesso di
zucchero contenute nelle bibite e rischi per la salute e ci da una valida
motivazione per escludere le bevande zuccherate dalla dieta di noi sportivi.
Doping in atletica: il 34 % dei concorrenti ne fece uso ai campionati del mondo del 2011
LONDRA. - Nuova puntata dell'inchiesta del Sunday Times e della rete tedesca Ard sulla diffusione del doping nell'atletica leggera, che sembra aver raggiunto gli stessi livelli epidemici del ciclismo. Un terzo dei 1.800 atleti (tra il 29 ed il 34%) che partecipò ai campionati del mondo di Daegu, in Corea del Sud, nel 2011, confessò di aver fatto ricorso ricorso a sostanza proibite nel precedenti 12 mesi. Questo quanto emerge da uno studio condotto dall'università tedesca di Tubinga nel 2011, finanziato dalla Wada (World Anti-Doping Agency) ma che la Iaaf (l'associazionee internazionale delle federazioni di atletica leggera) ha impedito di diffondere.
Questo in base ad un accordo 'incestuoso' tra controllori, la Wada, e controllati, la Iaaf, nel quale questi ultimi acconsentirono alla ricerca, consentendo agli scenziati tedeschi ricercatori di interrogare gli atleti, ma riservandosi il diritto di veto, che hanno esercitato, impedendone la divulgazione perchè il risultato era a dir poco imbarazzante. Oggi, scrive il Sunday Times, l'università di Tubinga esprime forti critiche contro l'Iaaf per le pratiche ostruzionistiche che hanno impedito la diffusione della ricerca: "La Iiaf ha ritardato la pubblicazione (della ricerca) così a lungo senza alcuna buona ragione violando i diritti di pubblicazione", si legge in una dichiarazione dell'ateneo. Il tutto usando la sua influenza riuscendo per far firmare una accordo di riservatezza ai ricercatori per impedire loro anche solo di parlare di quanto avevano accertato. La notizia giunge a pochi giorni dall'elezione, in programma mercoledì, di Lord Sebastian Coe, ex olimpico britannico, alla guida della Iaaf. Coe, che ha criticato le rivelazioni del Sunday Times, ha comunque promesso che istituire un'organizzazione anti-doping se otterrà la carica. Il riferimento è al precedente scoop del 2 agosto in cui sempre Sunday Times e Ard rivelarono come il doping sia una piaga quasi sistemica nel mondo dell'atletica leggera. Una fonte all'interno della Iaaf (International Association of Athletics Federation) fece filtrare i risultati di 12.000 esami del sangue di 5.000 atleti che hanno vinto gare di atletica leggera. Dai test emerse che un terzo delle medaglie (146 di cui 55 d'oro) vinte in prove di durata tra il 2001 ed il 2012, sia a mondiali che ad olimpiadi, sono state assegnate - e mai ritirate - da atleti i cui esami sono risultati quanto meno dubbi. Oltre 800 dei 5.000 atleti di cui sono stati esaminati i test del sangue hanno mostrato, secondo gli esperti consultati dalle testate, "un ricorso al doping altamente sospetto o quanto meno anormale".Due settimane fa emerse che la Russia era "l'epicentro (del ricorso al doping) secondo gli esami del sangue con oltre l'80% delle medaglie vinte da atleti sospettati di ricorrere ad 'aiuti'. Tra le tecniche più usate ci sono le trasfusioni di sangue e micro dosi di Epo (Eritropoietina), un ormone che aumenta i globuli rossi ed in sintesi l'apporto di ossigeno ai tessuti, specie quello muscolare e cardiaco, consentendo di migliorare le perfomance.
sabato 15 agosto 2015
Dialogo interiore
Nello sport ma anche nella vita è
molto più utile ascoltare se stessi che gli altri per affrontare al meglio le
difficoltà, gli ostacoli o i momenti difficili. Spesso e volentieri ascoltare
la nostra mente e il nostro corpo, riuscendo a dialogare con essi, può servirci
a trovare la giusta motivazione per superare un duro allenamento o per svolgere
in modo ottimale la nostra gara. Questa particolare abitudine è definita come
dialogo interiore. In alcuni casi, infatti, quello che pensiamo, esce o si
materializza in momenti di grande stress. Si pensi ad esempio ad una normale
persona che, durante un corso di sopravvivenza, sia costretta a calarsi da una
rupe in cordata mentre ripete incessantemente nella propria mante la frase “non
ce la posso fare”. Ovviamente il soggetto in questione non si renderà
minimamente conto del contesto che lo circonda ma si concentrerà solo
sull’ostacolo da superare; il soggetto non percepirà di trovarsi in un ambiente controllato, dove innumerevoli
istruttori lo monitorano costantemente
mentre è perfettamente imbrigliato a delle funi di sicurezza. Non considererà
nemmeno minimamente questi dettagli dato che la sua attenzione sarà focalizzata
solo sullo stress e la paura di scendere la rupe. In poche parole ha perso la
consapevolezza dei suoi mezzi e delle sue possibilità, dato che non avendo
niente da temere sarebbe perfettamente in grado di superare la prova senza
difficoltà. Come unico risultato la persona coinvolta si auto convincerà di non
riuscirci ed abbandonerà la prova. Ovviamente questo è un esempio di un cattivo
dialogo interiore che, come abbiamo visto limita l’atleta nel superamento di
alcuni ostacoli. Con questo esempio possiamo capire quanto il dialogo interiore
possa influire sulle proprie convinzioni, arrivando a bloccare l’atleta di
fronte a grandi momenti di stress. Questo semplice esempio può essere riportato
anche nel triathlon dove per esempio il dolore da allenamento, l’ansia
associata ad una determinata situazione o la fatica che subentra dopo una
estenuante gara, possono abbattere le nostre convinzioni se il dialogo
interiore risulta essere negativo. Ecco allora che ogni atleta dovrà prevenire
questi momenti e costruirsi un apparato di convinzioni razionali, basate ad
esempio sulle informazioni scientifiche, e irrazionali fondate sulla propria
esperienza o su quella di altri. Un buon sistema potrebbe essere quello di
accumulare esperienza integrandola con appropriate conoscenze scientifiche, in
modo da poter utilizzare un dialogo interiore positivo con frasi specifiche,
realistiche e motivanti, al fine di portare a termine la prova in modo efficace
e positivo.
Effetti degli Anti-infiammatori sulle gare di resistenza
Questo articolo esplorerà gli
effetti dei FANS sulla prestazione degli atleti durante le gare di resistenza. Come
descritto nel primo articolo e nel secondo articolo di questa serie, una proporzione sorprendentemente
elevata di atleti usano FANS prima e durante gli eventi sportivi. Uno di questi studi, svolto da Kuster et al, è
stato condotto con un sondaggio di circa 4000 partecipanti alla Maratona di Bonn
del 2010. Nel complesso, i ricercatori non hanno trovato alcuna differenza nel
tasso di ritiro dalla gara tra i consumatori di FANS e i non consumatori.
Tuttavia, il ritiro a causa di eventi avversi gastrointestinali è stata
significativamente più alta nel gruppo di consumatori, mentre il ritiro a causa
di crampi muscolari è stata più alta nel gruppo di non-consumatori. Degli
utenti che avevano assunto analgesici, nove casi hanno riportato un ricovero
ospedaliero: tre (avevano assunto ibuprofene) sono stati ricoverati per insufficienza
renale, quattro ( avevano preso l'aspirina) e due (avevano assunto l'aspirina)
per attacchi di cuore. Mentre tra coloro che non hanno utilizzato FANS non ci sono stati casi di ricovero. Si
noti che i FANS presi dal 90% dei partecipanti allo studio erano o diclofenac o
ibuprofene. Nel 2005, ci fu un documento ampiamente pubblicizzata sul New
England Journal Medicine che ha riferito che il 13% dei finalisti della
maratona di Boston nel 2002 aveva iponatriemia (sodio basso sangue). Inoltre,
0,6% aveva livelli critici di iponatriemia. Poiché i FANS riducono la rimozione
di acqua dai reni, è una preoccupazione realistica che l'uso dei FANS potrebbe
sollevare autonomamente il tasso di iponatriemia. In un altro studio di atleti
di resistenza, dopo aver preso FANS è risultata essere statisticamente
associato lo sviluppo di iponatriemia. Questo studio è stato svolto durante la Sfida
di Keplero del 2003lunga 60 km su un tracciato di montagna in Nuova Zelanda.
Degna di nota è che il 20% dei partecipanti allo studio aveva usato FANS entro
24 ore dall'inizio della manifestazione, mentre il 15% aveva usato COXIBs entro
24 ore dalla partenza della gara. In uno studio di partecipanti alla Maratona
di Chicago 1996, i ricercatori hanno valutato gli effetti di un esercizio
prolungato, abbinato all'assunzione di FANS, riscontrando problemi alla permeabilità gastrica e
intestinale durante le prime cinque ore dopo il completamento della.
Sorprendentemente, il 75% dei partecipanti ha dichiarato di aver preso
l'aspirina o ibuprofene prima o durante la gara. Quei corridori che hanno preso
l'ibuprofene, ma non i corridori che hanno preso l'aspirina, hanno avuto
aumenti significativi nelle misure della permeabilità intestinale.
venerdì 14 agosto 2015
1° Triathlon Sprint città di Firenze 2015 - 19.09.15 Parco delle Cascine
Mercoledì
29 luglio è stato presentato, nella prestigiosa sede di Palazzo Vecchio in
Piazza della Signoria, il progetto del Triathlon Città di Firenze. Il progetto
è il frutto di un lungo lavoro con incontri, verifiche, test percorsi che dura
ormai da qualche anno e l'idea era stata presentata dagli organizzatori di
TRIevolution Sport Eventi già con la giunta precedente ottenendo l'entusiasmo; il
progetto si realizza con questa anteprima che servirà da "test event"
per lo sviluppo di una grande manifestazione di Triathlon internazionale sulla
distanza olimpica prevista per il 2016. Luigi Bianchi Presidente FITRI:
"La Federazione segue con attenzione ed interesse questo importante
progetto che spero possa vedere la luce a breve. Il test event che verrà fatto
quest'estate sarà il primo passo verso l'organizzazione di un grande evento che
vogliamo portare a Firenze. Entriamo nel rush finale della candidatura alle
Olimpiadi di Roma 2024, pertanto è molto importante creare grandi
manifestazioni nelle nostre città che testimonino capacità organizzativa e di
gestione di eventi internazionali come già avviene nelle più grandi capitali
europee. Per questo sono fiducioso sulla possibilità di vedere un Triathlon a
Firenze con la frazione di nuoto lungo il fiume Arno." Sabato 19 settembre
300 atleti - la gara è rigorosamente a numero chiuso -, si ritroveranno alla
Piscina delle Pavoniere nello splendido Parco delle Cascine. la zona cambio
dove sosteranno le biciclette dei partecipanti sarà allestita nel viale che
costeggia l'Arno di fronte alla piscina. Gli atleti, suddivisi per batteria,
dovranno effettuare 21 vasche da 33 metri, per poi inforcare le biciclette ed
effettuare tre giri completi del Parco delle Cascine transitando sui percorsi
già utilizzati dai ciclisti in occasione del mondiale di ciclismo del 2013 e di
altri eventi sportivi importanti come la maratona di Firenze, la Color Run, la
Gran Fondo di Firenze. Al termine dei 19,5 km della frazione ciclistica, gli
atleti dovranno tornare nella zona cambio e lasciate le loro biciclette,
cominceranno la frazione podistica: dovranno correre per 5 km lungo il viale
dei Lecci e il viale Washington lungo un percorso emozionante e suggestivo per
poi giungere sotto il traguardo che sarà posizionato nel piazzale delle Cascine
antistante la Passerella Pedonale dell'Isolotto. La gara è aperta a tutti i
tesserati affiliati alla Federazione Italiana di Triathlon e a tutti gli
sportivi liberi in possesso del certificato medico valido per il triathlon. Le
iscrizioni apriranno ufficialmente lunedì 3 agosto sul sito www.triathlonfirenze.it , ma attenzione solo 300 sono i posti disponibili! Michele
Parpajola Presidente di TRIevolution Sport Eventi: «Un sogno nel cassetto che
ora diventa realtà! Da molti anni ormai organizziamo eventi importanti in
Toscana ed in altre parti di Italia ma portare in una città straordinaria come
Firenze un evento internazionale di triathlon sarà un’emozione unica ed un
impegno a cui dedicheremo tutte le nostre energie!». Questa prima edizione del
2015, a cui collaborano la UISP di Firenze e la società sportiva del Firenze
Triathlon, è inserita tra le manifestazioni regionali previste nell'Accordo di
collaborazione firmato lo scorso aprile dalla Regione Toscana con la
Federazione Italiana Triathlon ed il CONI regionale per la promozione del
triathlon in Toscana. Ma non finisce qui: gli organizzatori fiorentini di
TRIevolution Sport Eventi guardano lontano sull'onda di quanto accade in molte
capitali e città europee che già da anni ospitano dei grandi e spettacolari
eventi di Triathlon: Parigi, Londra, Amburgo, Barcellona che richiamano diverse
migliaia di atleti da tutto il mondo e decine di migliaia di persone come
pubblico! In alcune di queste città la prova di nuoto, prima frazione della gara,
viene svolta nei tratti di fiume del centro storico come la Senna ed il Tamigi.
Sul modello di queste manifestazioni di grande successo, l'obiettivo è che
anche Firenze possa ospitare un evento di rilievo internazionale a partire dal
2016 con una gara su distanza olimpica ovvero 1500 metri di nuoto, 40 km di
ciclismo e 10 km di corsa, per la prova natatoria utilizzando il fiume Arno nel
tratto che costeggia il Parco delle Cascine, la prova ciclistica su un percorso
multilap sempre nel Parco delle Cascine ed infine la corsa con passaggi
mozzafiato in Piazza Duomo, Piazza della Signoria, Ponte Vecchio e Lungarni. Il
2016 sarà il 50esimo anniversario dell'alluvione di Firenze, un evento sportivo
che porterà centinaia di atleti da tutto il mondo a nuotare nelle acque
dell'Arno avrebbe un alto valore simbolico oltre che sportivo e si
caratterizzerebbe come l'inizio di un originale ed innovativo percorso di
comunicazione e promozione su un fiume ripulito e rivitalizzato dalle
importanti opere di bonifica degli ultimi anni.
Scheda Palestra AB
Se avete poco tempo da dedicare
all'allenamento in palestra e volete massimizzare il rendimento di ogni vostra
seduta, questo metodo è perfetto. Con questo tipo di allenamento non sprecherete
nessuna serie, inserendo gli esercizi ad hoc, in modo strategico, cercando di
stimolare gli ormoni anabolici e contenere gli ormoni catabolici. Questo è il Metodo P.O.F. Gli allenamenti devono
essere rapidi, compressi, decisi e soprattutto divertenti. Allenamenti troppo
lunghi si possono anche effettuare, ma poi bisogna dare al corpo il giusto
riposo, questa è un'utopia, in quanto moltissime persone non riescono a
riposare un giorno in più del previsto. Nel Metodo P.O.F. per ogni parte del
corpo si effettuano al massimo tre esercizi con 2-3 serie per esercizio.
1. Il primo esercizio si chiama di fascia media, dove
lavorano in sinergia altri muscoli. Sono i classici Esercizi Base
multiarticolari.
2. Il secondo è un esercizio in cui il muscolo è posto in
un stato di allungamento.
3. Il terzo è un esercizio dove il distretto muscolare è
portato alla massima contrazione di picco. I classici esercizi di concentrazione.
L'ideale è programmare una scheda dove il corpo venga diviso in due parti in quanto è pratica, risolutiva,
poco impegnativa. Un buon metodo per tenere alto il pompaggio muscolare senza cadere nel
sovrallenamento. Allenare tutti i muscoli in A-B, si rischia di farci
stare ugualmente ore ed ore in palestra, quindi consigliamo di utilizzare un
altro sistema di allenamento, da inserire all'interno del Metodo P.O.F.: le TRISERIE. Con le triserie si riducono i tempi di permanenza in palestra, aumentando la densità di allenamento e sono perfette per comporre le schede di
allenamento P.O.F..
Ultimo particolare che ci
permettiamo di suggerire riguarda il range di ripetizioni ed i carichi di
lavoro. Sappiamo che le fibre muscolari, a grandi linee, per
essere globalmente stimolate, necessitano di 3 tipi di range di ripetizioni:
1.
BASSO - da 2 a 6 carichi alti e
ripetizioni basse
2.
MEDIO - da 7 a 12 carichi medi e
ripetizioni medi
3.
ALTO - da 13 a 25 carichi bassi e
ripetizioni alte
Ecco un esempio di suddivisione muscolare :
A) GAMBE - PETTORALI -
TRICIPITI
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